1/4 – Introduzione
La fase dei risvegli notturni, più o meno lunghi, è naturale per i bambini, ma è piuttosto traumatica per i genitori. Dormire e restaurare le energie psicofisiche, durante la notte, sono infatti fasi indispensabili per mantenere gli equilibri psico-fisici di ogni persona nel corso della sua vita. Quando questi momenti vengono interrotti dai pianti e dai lamenti continui dei vostri pargoletti, è difficile mantenere la calma e rimettersi a dormire. Dunque diventa indispensabile ricorrere ai migliori suggerimenti per riposare meglio, e ai rimedi più efficaci per prevenire e gestire il pianto dei più piccoli. In questa guida vi parleremo nello specifico di un metodo semplice, ma apprezzato. È stato messo a punto dal dottor Richard Ferber, che ha stilato una serie di regole per dormire bene, con particolare riferimento al sonno dei più piccoli. Prendete qualche appunto, testatelo personalmente se ritenete opportuno. Dormire col metodo Ferber potrebbe essere l’idea vincente che cercavate.
2/4 – Tempi di attesa
Il meccanismo da seguire per abituare un bimbo a dormire da solo, parte dal diradamento dei contatti con i genitori. Bisognerà lasciarlo solo in una stanza ed entrarvi ad intervalli sempre più lunghi. Se per esempio il piccolo inizierà a piangere, la mamma dovrà aspettare inizialmente due minuti prima di recarsi da lui; dopodiché si avvicinerà al lettino e senza prenderlo in braccio, lo accarezzerà e lo tranquillizzerà. Ma poi dovrà uscire immediatamente. Se il piccolo poi ricomincerà a piangere, la mamma dovra attendere questa volta tre minuti, e si comporterà come prima. L’operazione si ripeterà aumentando di volta in volta i minuti di attesa. Questo procedimento andrà applicato sera dopo sera, finché il bambino non arriverà a dormire tutta la notte senza interruzioni.
3/4 – Accordo dei genitori
Il metodo Ferber per dormire garantisce che se i genitori avranno la giusta costanza, il loro sonno sarà sereno. Il bambino, col passare del tempo, abituandosi al prolungamento del ritmo pianto – conforto, arriverà a riposare tranquillamente. Ovviamente è importante che entrambi i genitori siano d’accordo nell’applicare questa tecnica, soprattutto quando il piccolo li metterà alla prova col suo pianto. Non bisognerà cedere e lasciarsi tentare. Naturalmente, bisognerà anche accertarsi che il bambino non soffra di particolari disturbi o dolori; in caso contrario è importante e conveniente aspettare che stia bene e riprovare qualche giorno dopo.
4/4 – Massima serenità
La teoria del dormire proposta da Ferber e ripresa in seguito da Estivill, parte dal presupposto che il bambino debba imparare il prima possibile ad addormentarsi da solo (un metodo “Cry out” più volte contestato da molti ricercatori). Il primo elemento fondamentale per ottenere questo risultato è quello di creare una routine rassicurante che preceda l’addormentamento. Pratiche quotidiane che daranno via via sempre più sicurezza ai piccoli, fino al raggiungimento dell’obiettivo di autonomia totale. Scegliete, dunque, una vostra routine. Fare il bagnetto, pettinare i capelli, massaggiare il collo. L’una vale l’altra. Quando giungerà il momento di mettere a letto il piccolo, è poi importante che lo stesso bambino venga sistemato con dolcezza nel suo lettino, rassicurato e lasciato solo, insieme a un oggetto che lo tranquillizzi (il ciuccio, un pupazzo…). È molto importante che regni un’assoluta serenità.