Saper dosare le “negazioni assolute” è fondamentale per incanalare l’educazione che si vuole trasmettere ai propri figli verso le regole che si ritiene essere imprescindibili.
Essere in grado quindi di trovare delle giuste alternative spazio temporali ai “no”, quando possibile, aiuta a sottolineare le negazioni davvero importanti e non trattabili, fornendo così una solida struttura educativa al nostro insegnamento. Al contrario, essere autoritari in ogni situazione e ad ogni costo, farà perdere inevitabilmente valore a tutti i“no”, anche ai più legittimi. Possiamo pertanto affermare che troppe negazioni possono risultare controproducenti tanto quanto un atteggiamento permissivo oltremisura.
Se un bimbo decide però di ignorare deliberatamente un “no assoluto” è corretto rinforzare l’insegnamento restando fermi sulla propria posizione e, in certe situazioni, sanzionando l’atteggiamento sbagliato, così come accade nella vita reale.
Attenzione però: l’eventuale punizione deve essere sempre commisurata al motivo ce ci ha spinti a crearla, all’età e alla personalità del bambino.
La sanzione al comportamento sbagliato inoltre deve rinforzare un insegnamento, non può e non deve mai essere uno sfogo per il genitore.
Per fornire quindi un collegamento e dare struttura a un “no assoluto” la punizione deve essere collegata all’errore commesso in modo coerente.
Infine, molto importante è tenere a mente che una buona educazione non passa mai attraverso l’umiliazione o la mortificazione. La parola chiave da ripetersi come un mantra è “rispetto”, e sarà il nostro insegnamento più importante.