Maurizio Rodo, educatore equestre e proprietario del centro Dreaming Horses di Pantelleria, ci ha spiegato che la riabilitazione equestre è una terapia che offre a bambini (ma anche ad adulti) diversamente abili, affetti da patologie dell’apparato motorio, da disturbi cognitivi e del comportamento, o a persone affette da disagio sociale, la possibilità di riabilitarsi in un modo del tutto naturale ed armonico, avvalendosi del sostegno di un educatore (equestre) e del rapporto, molto speciale, con un cavallo. Quel che, nella sostanza, accade è che il bambino sperimenta nel rapporto con il cavallo emozioni ed impara a conoscerle, guidato dalla sua sensibilità che si incontra perfettamente con quella di un animale sensibilissimo come è il cavallo. Il bambino riceve stimoli acustici, visivi, olfattivi ma soprattutto intense stimolazioni del tatto, vestibolari (per l’equilibrio) e propriocettive.
Il contatto con il cavallo, il gioco ed il divertimento che derivano dal rapporto con questo animale, sono in grado di spezzare l’isolamento in cui si trovano i bambini con difficoltà fisiche, psichiche o sociali. Maurizio ci ha spiegato che i bambini che presentano comportamenti chiusi, passivi o inibiti, poco consapevoli delle loro capacità trovano nel maneggio “un luogo in cui si svolge un’attività così organizzata nello spazio e nel tempo da essere rassicurante” ma al tempo stesso da lasciare spazio per sperimentare con il cavallo. Al contempo, bambini impulsivi e “molto agitati” che faticano a contenersi, “trovano nel cavallo un punto d’attrazione ma anche di controllo, poiché tutti i comportamenti inadeguati ottengono dal cavallo risposte univoche, coerenti ed inequivocabili”.
Attenzione, nei casi di particolari disabilità fisiche o psichiche, l’obbiettivo della riabilitazione equestre non è quello di eliminare o risolvere il “danno primario” ma è quello di far acquisire all’utente nuove abilità. Gli effetti terapeutici infatti posso essere ricondotti a cinque elementi: al legame che si viene a creare tra il bambino (o l’uomo) ed il cavallo; all’esercizio fisico (l’attività coinvolge diversi muscoli e più sensi, garantisce un miglioramento dell’apparato respiratorio e cardiovascolare), all’andatura con movimento tridimensionale (le ondulazioni durante la marcia del cavallo stimolano il coordinamento motorio del paziente), al senso dell’equilibrio (stimolato dal movimento del cavallo che determina continui spostamenti del baricentro del cavaliere), alla stimolazione neuromuscolare ed agli stimoli sensoriali ed affettivi.