Cosa regalare ai nonni nel giorno della loro festa ? L’ideale sarebbe un pensiero poco costoso, un lavoretto fatto a mano dal tuo bambino a simboleggiare l’importanza ma anche la semplicità del rapporto nonni-nipoti. Dalle cornicette personalizzate corredate dalle foto dei nipotini, ai bigliettini colorati e ritagliati dai bambini, a qualche dolce fatto in casa. O ancora piante e fiori , regalo tradizionale della festa dei nonni , pieno di significati simbolici. Un altro modo per dire “grazie” a chi si prende cura dei bambini in cambio esclusivamente del piacere di stare con loro è quello di passare una giornata insieme , fuori dagli impegni quotidiani. Una gita fuori porta o un pomeriggio spensierato da condividere, una bella esperienza che i bambini, circondati dall’amore di genitori e nonni porteranno con sé, un bagaglio di affetto che li arricchirà per il futuro.
Leggere un libro, cucinare insieme, una passeggiata all’aperto… scopri quante esperienze possono condividere i nonni con i nipotini!
Il non ti scordar di me (Myosotis) è il fiore ufficiale della festa dei nonni . Questo piccolo e delicato fiore selvatico dai petali azzurri simboleggia il ricordo, la memoria, l’amore e la speranza. Un regalo da riservare alle persone più care.
La tradizione italiana di affidare i figli alle cure dei nonni è diventata una necessità per molte famiglie. Secondo una recente ricerca sono ben il 37% le famiglie con figli fino a 14 anni che si affidano giornalmente alle cure dei nonni, mentre in Europa il dato è molto più basso: il 15% in Germania e il 2% in Svezia. Ci sono poi quei genitori (il 45%) che fanno ricorso alla cura dei nonni-sitter una volta alla settimana (30% in Francia e 20% in Svezia). Coltivare il rapporto nonni-nipoti è molto importante per i bambini, li fa sentire parte di una “famiglia allargata”. Molto precocemente i piccoli apprendono le loro radici e sono affascinati dai racconti sull’infanzia dei genitori… esperienze che solo un nonno può tramandare! Il maggior tempo libero dei nonni già in pensione fa sì che i bambini possano fare esperienze uniche come coltivare un orto o fare la pasta fatta in casa. Quello che lascia l’amaro in bocca è che questo rapporto non si instauri solo per il piacere di stare insieme, ma che i nonni debbano sopperire alla carenza di asili nido, ai costi di una baby sitter e alla mancanza di politiche adeguate a sostegno della flessibilità negli orari di lavoro.
Solo il 14% dei bambini tra zero e 2 anni è iscritto a un asilo nido pubblico. Un dato ancora troppo basso e che non può garantire alle mamme un rientro al lavoro sereno dopo la maternità. Infatti le donne che non lavorano più a distanza di due anni dal parto sono sempre più numerose: il 22,3% nel 2012 (contro il 18,4% nel 2005, dati Istat). Un incremento preoccupante, che vede ancor più fondamentale il ruolo dei nonni che si prendono cura dei bambini. E anche in quelle famiglie dove si sceglie o si può far frequentare un asilo nido al proprio bambino, il ruolo dei nonni è fondamentale . Ad esempio durante le malattie stagionali, che sono quasi all’ordine del giorno nei primi anni di comunità e che comporterebbero continue assenze lavorative da parte dei genitori.
I nonni sono importanti anche per la cura della casa : una ricerca della Camera di Commercio di Milano ha quantificato in cinquanta miliardi di euro il risparmio delle famiglie che si affidano ai nonni anziché far ricorso a colf e baby sitter! Ancor prima di avere dei bambini, queste figure parentali sono fondamentali per le giovani coppie, con veri e propri aiuti economici.
Ma se oggi una gran parte delle mamme può affidarsi all’aiuto dei nonni , questo “welfare familiare” è destinato ad esaurirsi nel giro di poche generazioni, a causa dell’aumento dell’età pensionabile e l’età sempre più avanzata delle neomamme . Se oggi una mamma di 40 anni può contare sui propri genitori per la cura dei figli e della casa , lo stesso non potranno fare quei bambini arrivati all’età adulta. Perché le nonne delle prossime generazioni saranno sempre più anziane . Ma si spera che fino ad allora le politiche sociali per l’aiuto all’infanzia facciano grandi passi in avanti.