Genitori, figli e scuola: un triangolo complesso. «A suo modo ogni mamma e ogni papà è anche un “professore”». Ciascuno, però, ha un proprio stile: ci sono i genitori militari, i deleganti, gli ipergenitori e i genitori bodyguard, ma anche quelli cyber! E tu a quale appartieni? Per rispondere occorre capire in che modo «ci si relaziona con la scuola, con i compiti, con gli insegnanti, assumendo di volta in volta uno stile permissivo, iperprotettivo, delegante o autoritario», spiegano Alessandro Bartoletti e Ilaria Cerbo, psicoterapeuti e autori del libro Ogni famiglia ha il suo professore (Franco Angeli).

Scuola, figli e genitori

Se la scuola continua a essere – almeno fisicamente – un ambiente a sé, è indubbio che lo studio prosegua anche e soprattutto a casa. È così da sempre, anche se forse negli ultimi anni il ruolo dei genitori è cresciuto. «Sicuramente c’è stata una mutazione nell’approccio, all’interno di un cambiamento sociale e culturale più ampio. Si è passati da modello educativo più autoritario a uno, oggi prevalente, più democratico. I genitori spesso si pongono sullo stesso piano dei figli per decisioni e responsabilità, quindi anche nei rapporti con la scuola, il “copione genitoriale” prevalente è quello degli ipergenitori, molto più coinvolti nella vita scolastica dei propri figli», spiega la dottoressa Cerbo.

Il quarto attore tra genitori, figli e scuola: gli smartphone

«Pensare che il rapporto tra gli studenti e lo studio sia un rapporto che si costruisce a tre – il discente, i genitori e gli insegnanti – è ormai parte del passato antropologico. Da qualche anno è subentrato un quarto attore, sempre più prepotente, dominante, invadente…», spiegano gli autori. Il riferimento è ai devices in generale e allo smartphone in particolare, ormai onnipresente nella vita di chiunque, anche e soprattutto dei più giovani.

Cambia il modo di studiare e di essere genitori

«È cambiato il modo di studiare per tutti gli studenti, di ogni ordine e grado: i libri non sono più l’unica e principale fonte di conoscenza». Internet è accessibile a tutti e «la Rete è sempre più visiva. I video sono diventati la scorciatoia d’apprendimento più utilizzata e più desiderata. Il video facilita, semplifica, accorcia i tempi di studio. Ma ha anche un’altra faccia della medaglia: rimane molto più in superficie, è una fruizione passiva e non permette l’approfondimento che solo il testo scritto o l’esercizio sono in grado di fornire». Ma cosa c’entra tutto questo con i genitori?

Genitori, figli e scuola: arrivano gli “intrattenitori digitali”

Gli esperti parlano senza mezzi termini di «emergente epidemia socio-culturale: è sempre più evidente la deriva sociologica che vede i genitori abdicare al loro ruolo in favore de comodissimi “intrattenitori digitali”. «Lo smartphone si è ritagliato un ruolo tutto suo anche nella scuola, modificando, per esempio, il rapporto dei ragazzi con lo studio – avvertono gli esperti – D’altro canto, la tentazione dei genitori, specie da parte di chi adotta uno stile educativo “egoistico”, è di demandare ai device il compito soprattutto di intrattenere, appunto, i figli».

Genitori iperprotettivi o egoisti

In generale sono cambiati, dunque, gli stili genitoriali. Se un tempo prevaleva il modello autoritario, man mano si sono aggiunti i genitori iperprotettivi, deleganti, egoistici, ecc. «Tutti gli stili rimangono, ma con prevalenze diverse. Domina sicuramente l’iperprotettivo e si fa largo la tendenza che abbiamo definito “egoista”, un atteggiamento genitoriale orientato all’apparenza, all’arrivismo e all’ostentazione che, nello specifico ambito scolastico, punta alla conquista di una posizione per i figli, che non va messa in discussione: è tipica di chi difende a tutti i costi i diritti di figli, anche a costo di un atteggiamento prevaricante verso la scuola», spiega Ilaria Cerbo. E tu che genitore sei?

Il genitore militare

«È l’erede dell’autoritario di qualche decennio fa. Mantiene la tendenza al controllo, alla vigilanza, e all’esercizio dell’autorità. Punta al prestigio, all’acquisizione di uno status sociale, nello specifico a un obiettivo di tipo scolastico – spiega la psicoterapeuta Ilaria Cerbo – Per questo “addestra” i figli a mantenere atteggiamento coscienzioso, improntato a un forte senso dell’obbligo con l’obiettivo di raggiungere la meta, che in questo caso è formativa, sociale e accademica».

Il genitore delegante

«Questo genitore è, invece, molto fiducioso nei confronti dell’istituzione scolastica: demanda alla scuola quasi totalmente (e a volte totalmente) la trasmissione dei principi culturali. I motivi di questo atteggiamento possono essere diversi: magari sono madri e padri molto impegnati lavorativamente o socialmente, o alle prese con difficoltà personali, quindi costretti a delegare – spiega la dottoressa Cerbo – Ma spesso si nota anche un senso di inadeguatezza rispetto alla possibilità di trasmettere conoscenze ai figli, quindi delegano alla scuola, ritenuta l’unica esperta».

Il genitore bodyguard

«Si tratta di chi si frappone tra la scuola e i figli, con l’atteggiamento di chi teme che i diritti dei figli possano essere costantemente calpestati. È un genitore sulla difensiva, che vive la scuola come un potenziale pericolo per la serenità dei figli. Spesso interviene, non sempre opportunamente, per fare in modo che al figlio sia garantito il benessere, almeno secondo il proprio punto di vista», analizza l’esperta.

Il cyber genitore

«È il genitore che tendenzialmente concede molto nel rapporto tra figli e digitale, tecnologia e rete. Spesso gli ipergenitori sono anche cyber genitori: può sembrare strano, perché i primi sono in genere spaventati dai potenziali pericoli, ma in realtà lo sono ancora di più dall’idea di non concedere qualcosa ai figli. Per questo cedono a un uso pressoché libero dei device, senza essere adeguatamente vigili – sottolinea la dottoressa Cerbo – Di solito è perché non riescono a dire di “no” o è perché sono a loro volta convinti fruitori, nonostante le evidenze su insidie e pericoli della tecnologia senza limiti».

Non esiste il genitore perfetto (o forse sì)

Come scegliere lo stile genitoriale giusto? Il manuale del perfetto genitore non esiste, «neppure il genitore perfetto esiste, semplicemente perché ciascuno lo è potenzialmente: lo è colui che si mette nella posizione di poter costantemente migliorare. Lo è chi partecipa alla vita dei figli, in questo caso scolastica, senza però rinunciare alla possibilità di rimaneggiare il proprio stile educativo, mettendosi in discussione. Insomma, una madre o un padre che, oltre a farsi “professore”, si pone nella posizione di ha da imparare», conclude Cerbo.