Il divario tra giovani e adulti sembra essere sempre più ampio. Oltre la metà degli under 18 di oggi ritiene, infatti, che i grandi li riescano a comprendere molto poco. E solo il 15% si sente compreso. È quanto emerso da una ricerca condotta dall’Istituto Demopolis e dall’impresa sociale “Con i Bambini”, su un campione di 1.080 adolescenti tra gli 11 e 17 anni.
Gli adulti non capiscono i tempi di oggi
Secondo il 62% degli intervistati, tutti appartenenti alle generazioni Z e Alpha (i nati tra il 1997 e il 2012), gli adulti non sono in grado di capire che i tempi sono molto cambiati rispetto a quando erano giovani loro. Ma non solo: per il 46% degli adolescenti i cosiddetti boomer non danno importanza alle idee e ai pensieri dei più piccoli. Un altro grande ostacolo è rappresentato dallo sviluppo tecnologico. Per il 41% dei giovani i grandi non capiscono il rapporto tra i ragazzi e la dimensione digitale, in particolare con i social network.
Il dialogo tra adolescenti e genitori
Il rapporto più complicato è ovviamente quello in casa con i genitori. I ragazzi intervistati per la ricerca hanno individuato almeno tre problemi. Il primo è che, a detta del 38%, mamma e papà non si mettono mai in discussione e pensano di avere sempre ragione. Per il 37% dei ragazzi i genitori hanno poi l’abitudine di ripetere la frase “ai miei tempi…“, riferendosi a qualcosa che, a loro parere, decenni fa era meglio di oggi. Il terzo problema riguarda la scuola. Il 33% dei nati tra il 1997 e il 2012 lamenta poi un utilizzo dei voti come “indice universale di soddisfazione”.
Mamma e papà “si fingono interessati”
Oltre un intervistato su quattro ha, inoltre, la percezione che i genitori fingano di ascoltare ciò che dicono i figli (e i giovani in generale), ma che allo stesso tempo li carichino di responsabilità non adatte alla loro età. Quest’ultima percezione è più sentita nelle ragazze. In conclusione solo il 19% degli intervistati non si sente di rimproverare nulla agli adulti di riferimento.
Il confronto tra adolescenti e genitori è ai minimi termini
Alla base dei problemi espressi dai ragazzi sembrerebbe esserci una difficoltà di comunicazione tra le generazioni. Solamente il 40% dei ragazzi ha svelato di condividere con una certa frequenza le proprie idee e i propri pensieri con i genitori. Il 79% ama raccontare i propri pensieri ad amici e coetanei, e non agli adulti. Anche fratelli e sorelle sono preferiti ai genitori. Mamma e papà vengono chiamati in causa quando insorgono dei problemi importanti: in questi casi è il 43% a scegliere loro per parlarne. I fratelli perdono un po’ di affidabilità, interpellati solo dal 22%. Ma la via che rimane più battuta è quella che porta verso i pari età, percorsa prioritariamente da circa i due terzi degli intervistati (64%) anche se la questione è più delicata.