1/5 – Introduzione
Per riconoscere la posizione del feto in gravidanza, il ginecologo che segue la donna in stato interessante effettua visite regolari. Il nascituro può assumere tre posizioni principali: cefalica, podalica e trasversale (o obliqua). Vediamo insieme in cosa differiscono, se e quando preoccuparsi, come affrontare al meglio una qualsiasi di queste eventualità.
2/5 – Posizione cefalica
Si parla di posizione cefalica quando il feto è posizionato con il capo rivolto verso il basso, ovvero quando la testa sarà la prima parte del bimbo ad affacciarsi al momento della nascita. Questa condizione è, sia per il feto che per la partoriente, la più frequente e anche la migliore.
In linea del tutto generale, quando un bambino assume questa posizione, nasce col volto diretto verso terra. Può capitare però che, pur assumendo la posizione cefalica, il volto del bambino nell’utero non sia diretto verso il suo petto ma verso l’esterno. In questo caso, partorire può diventare più complesso e sia l’ostetrica che il ginecologo devono ricorrere a specifiche manovre per favorire la fase espulsiva. Talvolta, queste ultime non sono sufficienti e si deve optare per il parto cesareo.
3/5 – Posizione padalica
In una percentuale di casi che si aggira attorno al 4%, il feto può assumere la posizione podalica nella quale il sederino del bambino è il primo elemento che si affaccia al canale del parto. Questa condizione può destare ben poche preoccupazioni se la stima del peso e delle dimensioni del nascituro sono comunque compatibili con la nascita per via vaginale. Vista la bassa casistica e considerato l’indice di rischio per il feto, dato che questo tipo di parto potrebbe causargli lesioni più o meno temporanee, non è raro imbattersi in ginecologi che ricorrono al cesareo.
4/5 – Posizione trasversale
Questo tipo di posizione è abbastanza rara e solo lo 0,5% delle gravidanze giunge a termine presentando tale anomalia. In questo caso, il nascituro ha il cranio rivolto a destra o a sinistra dell’utero e si oppone, con la sua posizione, alla nascita. Un parto naturale, considerate le condizioni sfavorevoli, è improbabile, sebbene esistano manovre per “girare” il feto. La posizione trasversale è l’unica circostanza nella quale l’intervento chirurgico rappresenta la sola via percorribile al fine di abbattere ogni rischio e ogni difficoltà.
Bisogna ricordare tuttavia che la valutazione sulla posizione fetale non viene effettuata in una sola seduta ed è un percorso che il medico professionista valuta con costanza. La valutazione viene fatta in tutti e 9 i mesi, sia tramite palpazione che tramite ecografie e, una posizione anomala del feto in una fase della gravidanza, non indica necessariamente che questa verrà mantenuta fino al momento del parto. Sfortunatamente si può dire la medesima cosa dei feti posizionati in maniera perfetta durante tutto il periodo della gestazione, i quali possono disporsi in maniera podalica o trasversale proprio durante l’ultima fase. Per tale ragione lo staff medico può decidere di annullare o proporre un cesareo anche all’ultimo minuto, nell’interesse sia del nascituro che della partoriente.
5/5 Consigli
- Bisogna avere fiducia nello staff medico: se questo decide di annullare un parto naturale, lo fa nell’interesse di madre e bambino. Tuttavia, un cambio di programma non indica necessariamente una grave difficoltà ed è bene mantenere la calma