1/6 – Introduzione

Con la parola “introverso” spesso siamo soliti indicare bambini non particolarmente loquaci, o socievoli. Poco attivi, magari poco intraprendenti.
Questa però è la definizione degli adulti, dei genitori, dei grandi.
Un bambino, comunemente considerato introverso, si considererebbe tale? O magari se avesse i nostri strumenti comunicativi ci direbbe con totale tranquillità che non gioca con gli altri bambini perché è timido e quindi non sa come superare l’impatto iniziale.
Oppure che è ansioso, e l’idea di competere, vincere, perdere, essere deriso o essere adulato lo atterrisce.
O ancora che questi esseri umani, piccoli e grandi, non è che lo convincano molto, e quindi tutto sommato è più gradevole non relazionarsi.
Fortunatamente i bambini hanno altri modi, altrettanto chiari, di manifestare bisogni e interessi, ed è da lì che si deve partire, per poter individuare quali siano gli sport migliori al caso suo.

2/6 – Piscina – Nuoto

Da subito dopo la nascita il bambino ha una grande dimestichezza con l’acqua.. Nella sua breve vita ha vissuto più in acqua che soggetto alla forza di gravità.
Non spezzare questo cordone con l’acqua, quindi, permetterebbe al bambino di continuare ad avere familiarità con l’acqua, fino, negli anni successivi, (dai quattro in poi) a imparare a nuotare, a seguire in gruppo lezioni di nuoto, sviluppando così la componente sociale dello sport ma senza perdere la propria autonomia, i propri obiettivi ed i risultati sperati.
Se il bambino non ama l’acqua, ovviamente non va costretto. Imporgli qualcosa che non desidera abbastanza avrebbe lo svantaggio di farlo chiudere ancora di più in se stesso.

3/6 – Sport di squadra: pallavolo, basket, calcio

Gli sport di squadra, ovviamente, favoriscono la socialità del bambino attraverso la relazione con gli altri compagni, la condivisione di obiettivi collettivi e la collaborazione di tutti nel realizzarli.
Anche a seconda delle caratteristiche specifiche del bambino, o delle esigenze di salute, consultando anche il medico o il pediatra per valutare insieme ad un esperto, il bambino potrà scegliere fra vari sport.
Se tanto desidera il calcio, come la maggior parte dei bambini, assecondatelo: sarà soddisfacente per lui realizzarsi davanti ai vostri occhi in uno sport che ama.
L’importante è che non sia eccessivo l’allenamento, la pressione subita, l’ansia da prestazione.
Lo sport, per i bambini, è prima di tutto piacere, una situazione positiva da condividere con i compagni.

4/6 – Tennis

Se avete già provato con la piscina, con gli sport di squadra, ma vi sembra che il disagio sia superiore alla soddisfazione quando pratica questi sport, forse uno sport adatto a lui può essere il tennis.
Perché?
Perché prima di tutto sviluppa le sue capacità e, se il suo blocco verso gli altri deriva da un’eccessiva timidezza o mancanza di autostima, la tecnica, l’impegno ed i risultati individuali ottenuti contribuiranno a dargli una più valida considerazione di sé.

5/6 – Judo

Il judo, per degli aspetti come il tennis, sviluppa le capacità individuali del bambino e la sua identità, con il vantaggio di indirizzarlo a gestire, sin da piccolo e con naturalezza, la sua rabbia, le sue emozioni negative a cui ancora non sa dare un nome, manifestandole in maniera sana e nella palestra in cui si esercita con i compagni.

6/6 – Equitazione (e pet therapy)

Per un bambino “introverso” la relazioni con gli animali può essere un mondo affascinante, in cui si esprime meglio lui e comprende meglio il mondo, la natura, la diversità.
Sviluppare fiducia in un cavallo, dopo aver appreso il modo di guidarlo, e quindi muovendosi in confidenza con l’animale, è una relazione di grande forza, è uno scambio fra un gigante, (ma un gigante buono) ed il bambino, che forse neanche noi grandi possiamo ormai comprendere o ricordare.
Allo stesso modo, se il cavallo è troppo grande, o il bambino ancora piccolo, valutate e scegliete fra varie alternative sempre con gli animali.
Forse non sono esattamente sport, ma permettono al bambino di sviluppare fiducia nella natura e negli animali, e attraverso essi, di svilupparla appieno prima di tutto verso se stesso.