1/6 – Introduzione
Generalmente la maggior parte dei bambini inizia a camminare tra i 10 e i 15 mesi, salvo eccezioni che possono vedere alcuni bambini camminare anche a 17 mesi e che non devono assolutamente provocare preoccupazioni nei genitori. Solitamente la fase iniziale vede il bambino gattonare, cioè muoversi autonomamente – ma sempre sotto la supervisione dei genitori – a quattro zampe, oppure trascinare il sedere a terra spostandosi con le mani, saltellare da seduto o in ginocchio, per passare poi agli spostamenti incerti sorretti dall’adulto o reggendosi a sedie o mobili. Queste sono tutte fasi molto importanti e necessarie per arrivare alla definitiva posizione eretta e alla camminata autonoma. Spesso per favorire la maggiore acquisizione di indipendenza e di autonomia i genitori preferiscono ricorrere a delle modalità che permettono ai bambini di provare a camminare in modo sicuro e autonomo. Un esempio può essere il controverso girello, sul cui utilizzo però alcuni pediatri non si trovano d’accordo, oppure le bretelle che prevedono un minore sforzo da parte dei genitori, ma garantiscono sempre il controllo del bambino. In questa guida vedremo, dunque, come imparare a camminare con le bretelle.
2/6 – L’importanza del gattonamento
Lo sviluppo armonico del bambino passa attraverso una tappa importante: il gattonamento. Questa è la fase preliminare, che può iniziare già intorno ai 7 mesi, in quanto è quella in cui riesce finalmente a muoversi da solo e ciò è tanto più evidente in quanto se si osserva un bambino che comincia a gattonare si vedrà che guadagnerà sempre più fiducia in sé stesso e sempre maggiore autonomia un giorno dopo l’altro. Tale fase, infatti, gli permette di fare esperienza, lo aiuta a capire quali sono i possibili ostacoli del suo percorso da superare o aggirare acquisendo così maggiore sicurezza. Sperimentare pericoli (sempre sotto il controllo dei genitori o delle maestre, naturalmente!) e prendere “le misure” ad eventuali sbarramenti, sviluppare coscienza delle distanze da adottare e prendere qualche “delusione”, laddove si ha la coscienza di ciò che non si può fare e di dove non si può arrivare, favorisce l’acquisizione della sicurezza e stimola le sue abilità.
3/6 – L’utilità delle bretelle
Chiarita l’importanza della sperimentazione propedeutica del gattonamento alla camminata, si può facilmente evincere che qualsiasi “tutore” che gli impedisca materialmente di sbagliare, gli sottrae le opportunità di apprendimento, in altre parole è controproducente esattamente come lo è il forzarlo ad alzarsi e a muovere i primi passi quando il bambino non si sente ancora pronto e sicuro. Al gattonamento, infatti, segue necessariamente la fase in cui il bambino cerca di restare eretto mantenendosi ovunque, ma questa fase arriva presto o radi a seconda della predisposizione del bambino e non deve essere forzata. Spesso i genitori sorreggono il bambino, lo supportano reggendolo per le mani e tutto ciò è positivo soltanto laddove sia stato il bambino a sollevarsi autonomamente, poiché forzarlo a stare in piedi quando ancora non è pronto potrebbe soltanto affaticare e sovraccaricare i muscoli delle sue gambe e della schiena. L’uso, al momento opportuno, delle bretelle va a costituire quasi un prolungamento dell’aiuto fornito dall’adulto. Le bretelle si fanno indossare al bambino e il genitore mantiene la parte rinforzata posta dietro le spalle del bimbo, consentendo la massima libertà al bambino ed anche alla “schiena” del genitore. Non tutti i bambini sopportano però tale arnese e tra gli esperti troviamo anche chi lo sconsiglia, poiché non permetterebbe uno sviluppo totalmente autonomo del camminare.
4/6 – L’introduzione delle bretelle
Le case produttrici invece sostengono l’aspetto della sicurezza delle bretelle, che permettono un buon controllo del bambino, e soprattutto la fiducia che si infonde al bambino stesso che si trova a compiere i suoi primi passi. Ma ogni bimbo ha i suoi tempi di apprendimento ed ogni conquista è un tassello di maturazione se raggiunta da soli. Al bambino non andrebbero mai fatte assumere posizioni o posture in modo passivo che non sappia attivare e mantenere in autonomia. Molti esperti consigliano quindi di utilizzare le bretelle in un momento successivo.
5/6 – Il controllo offerto dalle bretelle
Una volta che il bambino riesce a camminare da solo, possono entrare in funzione le bretelle, molto utili per avere un controllo sull’allontanamento del bimbo rispetto al genitore, soprattutto in luoghi affollati dove il passeggino crea un ingombro, le bretelle, infatti, aiutano a creare un collegamento di sicurezza tra mamma e bimbo. La mamma riesce a tenere sotto controllo il proprio piccolo senza togliergli la libertà di camminare e di esplorare, permettendogli così di soddisfare la propria curiosità di scoperta senza rischi.
6/6 Consigli
- Valutare con il medico se utilizzare le bretelle