Ma succhiare soddisfa anche un’esigenza psicologica di rassicurazione e di gratificazione perché stimola la produzione di serotonina, in grado di favorire la calma e la serenità.

Pertanto è giusto assecondare l’esigenza di succhiare dei piccoli, sia per consolare il pianto sia per tranquillizzarli. E’ infatti un atto spontaneo che procura piacevoli sensazioni.

È un antidoto alla paura e al senso di solitudine in quanto stimola la produzione nel cervello di sostanze che favoriscono il rilassamento.

Nelle prime fasi dell’allattamento, questa esigenza di succhiare deve essere soddisfatta dal seno materno perché oltre a rassicurare il bambino, la suzione contribuisce in modo determinante a stimolare la produzione di latte.

In seguito anche la suzione non nutritiva, tramite un succhietto dà conforto e serenità al neonato e di conseguenza alla mamma e all’ambiente familiare.

Ha una valenza positiva purché venga utilizzato quando è evidente il desiderio di succhiare del piccolo. Il pianto del neonato infatti è il suo unico mezzo di comunicazione e deve essere ben interpretato:  potrebbe esprimere una richiesta di dialogo con la mamma o di contatto con lei.

Il succhietto non deve quindi essere un sostituto dell’intimo rapporto madre-figlio, così importante per lo sviluppo psichico del bambino. Importante però l’utilizzo corretto del succhietto in termini di tipologia di prodotto e di tempo e modalità di utilizzo.

Bisogna creare le condizioni più sicure per lo sviluppo della bocca e successivamente dei denti, scegliendo un succhietto adatto. E’ dimostrato che l’uso del succhietto fino ai 24 mesi non interferisce con la crescita naturale del palato e dei denti, anzi ha una valenza positiva nello sviluppo della bocca.

Fisiologicamente il bambino comincerà a disinteressarsi al succhietto proprio verso i due anni di vita, quando piano piano comincia ad acquisire fiducia e sicurezza : proprio in questa fascia di età il bambino si avvicina alla fase della socializzazione e spesso inizia a frequentare la scuola materna dove sperimenta la relazione e il confronto con altri bambini. Facendo quindi leva su questi nuovi interessi i genitori possono gradualmente convincere il bambino a rinunciare al succhietto , di solito entro i tre anni. Se ciò non dovesse succedere si deve trovare, anche con l’aiuto del pediatra, il metodo convincente e graduale per disabituare il bambino.

Trovi utili informazioni sull’ utilizzo del succhietto su www.chicco.com/osservatorio