Quello diffuso da Maria Montessori è uno dei metodi pedagogici più famosi del mondo. Si basa essenzialmente sull’educazione all’autonomia e alla libertà di scelta dell’individuo e si fonda sulla spontaneità dei bambini . Molti premi Nobel e nomi illustri dell’economia internazionale, come Bill Gates o Sergey Brin e Larry Page (fondatori di Google), si sono formati proprio con il metodo Montessori , al quale si stanno affidando sempre più genitori in tutto il mondo per l’educazione dei propri figli.
Nonostante il metodo di Maria Montessori abbia proprio origini italiane, qui in Italia è ancora poco diffuso e conosciuto rispetto ad altri Paesi, come la Germania o il Regno Unito, in cui le strutture montessoriane sono nettamente più numerose. Fortunatamente però anche nel nostro Paese l’attenzione verso questo metodo pedagogico così rivoluzionario sta aumentando sensibilmente e, grazie all’impegno di insegnanti, dirigenti e genitori, stanno aprendo diverse scuole o sezioni montessoriane anche tra gli istituti statali e il pensiero di Maria Montessori sta diventando sempre più presente e accessibile a chiunque voglia accostarcisi.
Quando arriva il momento per un genitore di scegliere la scuola per i propri bambini ci si può trovare di fronte alla scelta tra scuola “tradizionale” o con metodo Montessori . Ruggero Poi ci suggerisce, a prescindere dal metodo scolastico, di farci delle domande per capire se quella che stiamo valutando è davvero la scuola giusta per i nostri figli: – Il clima della scuola è calmo, sereno, concentrato? – In generale trovate che vi sia un’organizzazione di spazi e azioni e che la scuola si presenti ordinata? – C’è un giardino o un’area verde per i bambini ? – I bambini sono attivi e portano avanti in autonomia la loro ricerca sotto la supervisione dell’insegnante ? – Ci sono bambini di diverse età nella classe che lavorano insieme? – L’ambiente è allestito per essere usufruito direttamente dai bambini ? – Le maestre sono attente, parlano piano e intervengono quando necessario?
Le risposte a queste domande possono già essere strumento utile per la scelta della scuola dei nostri figli.
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I genitori che scelgono il metodo Montessori per i propri figli normalmente si appassionano ad esso e cercano di saperne sempre di più, informandosi molto. Tra gli elementi più apprezzati ci sono indubbiamente la libertà e l’autonomia presenti nelle scuole montessoriane , ma spesso inizialmente si presta meno attenzione all’organizzazione e alla struttura necessarie a creare la libera scelta . La domanda che ogni genitore che sceglie una scuola montessoriana per il proprio bambino si pone è quindi ovviamente rivolta alla gestione di questo metodo tra le mura domestiche.
In questo senso Ruggero Poi ci spiega come non sia assolutamente indispensabile applicare rigidamente l’organizzazione che si trova a scuola anche a casa. “La rigidità è nemica di qualsiasi azione educativa e personalmente mi spaventa sempre. Direi che è importante che a casa e a scuola si seguano delle regole di buon senso”. E ancora pone l’accento sull’importanza della collaborazione tra genitori e insegnanti , che dovrebbero perseguire un obiettivo comune, ovvero educare . Perché questo succeda possono essere ad esempio utili incontri tra maestre e famiglia che aiutino entrambi a condividere il percorso di crescita e ad evitare così di creare confusione nei bambini . “Il rapporto e la fiducia tra scuola e famiglia non dovrebbe essere un’esclusiva del metodo, ma di qualsiasi scuola . Oggi gli insegnanti sono spesso molto giudicati dalla famiglia , e viceversa, ma dovremmo veramente trovare un’alleanza tra queste figure fondamentali per bambini e ragazzi.” conclude Ruggero Poi.
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Gli insegnanti , come in ogni scuola , giocano un ruolo fondamentale. Gli educatori delle strutture montessoriane devono ovviamente seguire un percorso di preparazione particolare.“In generale devono frequentare un corso per la specializzazione nel metodo Montessori . A seconda che si tratti poi di insegnanti di nido, casa dei bambini (ovvero scuola dell’infanzia) o primaria sono richiesti titoli differenti che consentono l’accesso all’insegnamento nella scuola statale.” Ci spiega infatti Ruggero Poi.
Nella scuola Montessori l’insegnante non impartisce ordini, né impone attività, bensì propone, stimola e orienta i propri alunni . Parliamo infatti di un docente il cui compito fondamentale è quello di mettere al centro la spontaneità dei piccoli, che deve essere un supporto per i bambini, un insegnante che si deve occupare di organizzare e osservare la vita psichica e lo sviluppo culturale dei propri allievi . Questi aspetti fondamentali dell’insegnamento del metodo Montessori richiedono quindi, oltre alle conoscenze e alla preparazione attraverso la formazione, anche grandi capacità di osservazione e analisi. “La formazione è importante” ci dice infatti Ruggero Poi “dopodiché la maestra , proprio come un buon dottore, deve far ricorso alla sua esperienza e ai suoi talenti per applicare al meglio la conoscenza acquisita nei corsi”.
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In Italia purtroppo difficilmente si ha la possibilità di seguire un ciclo di studi completo (dal nido alle superiori) unicamente di stampo montessoriano . Una delle domande più frequenti che i genitori si pongono, quando decidono di intraprendere insieme ai propri piccoli il sentiero tracciato da Maria Montessori , infatti riguarda proprio la capacità di adattamento, sia dal punto di vista dell’apprendimento che per quello che riguarda la socializzazione e l’integrazione , ad altri tipi di scuola , qualora il percorso dovesse venire interrotto.
Innanzitutto dobbiamo sempre tenere a mente che i primi anni sono cruciali per costruire le fondamenta della persona, fondamenta che saranno messe alla prova già in adolescenza . “Se scegliamo un percorso autenticamente montessoriano , ovvero che miri allo sviluppo dell’autonomia , al saper risolvere problemi, all’autocorrezione e alla crescita dell’autostima , sarà più facile favorire lo sviluppo di persone equilibrate e capaci di adattarsi ai diversi contesti.” Ci rassicura il Vice Presidente della Fondazione Montessori in Italia.
Ruggero Poi mette quindi in luce l’importanza di costruire queste basi sulla bellezza del mondo e su quanto questo incida sulle maggiori capacità di ricerca e costruzione del bello nei diversi contesti, per chi è stato educato fin da piccolo in questa direzione. “È quanto mai diffusa l’idea che sia meglio fin da subito abituare a uno standard medio, per non dire abituare al peggio . Ma abituare al peggio significa accettare che la fanciullezza trascorra ignorando la bellezza del mondo. Credo che quest’attitudine sia veramente pericolosa.” Precisa Ruggero Poi, che conclude: “Se ho fatto esperienze limitate di bellezza da piccolo sarò meno stimolato ed allenato a ricercarla per me e la mia comunità. Allora educare alla bellezza del mondo e al rispetto sono necessità che ci auguriamo di trovare nei nostri simili, compresi quelli più giovani ”.