Abbiamo intervistato per voi il Dott. Giuseppe Morino, responsabile di Dietologia Clinica e Servizio Dietistico dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù.
Dottor Morino, si può parlare di “allarme obesità” per i bambini italiani?
Si, si può parlare di allarme obesità. Dalle ricerche di “Okkio alla salute” (sistema di sorveglianza promosso dal ministero della Salute su alimentazione e attività fisica nella scuola primaria n.d.r.) è emerso che almeno un terzo dei ragazzi italiani, tra gli otto e i nove anni, è obeso o in sovrappeso. C’è una diversa distribuzione geografica nel territorio italiano con una prevalenza di concentrazione in Campania, Calabria, ed alcune regioni del Sud Italia. Accanto all’ allarme obesità c’è l’allarme dovuto all’aumento della gravità dei quadri clinici connessi all’obesità: i bambini ed i ragazzi obesi, non solo saranno degli adulti obesi, ma soffrono già di ipertensione, di ipercolesterolemia, di steatosi epatica (fegato grasso), di iperinsulinemia che può portare al diabete ed altre patologie gravi.
Quali sono le cause principali di questo aumento del sovrappeso nei bambini?
Alla base di questo fenomeno ci sono sia fattori ambientali che genetici. Un alto indice di massa corporea dei genitori costituisce sicuramente un fattore predisponente. Le condizioni ambientali tuttavia fanno da “padrone”: la sedentarietà e le cattive abitudini alimentari sono determinanti nel rendere un bambino o un ragazzo sovrappeso e obeso.
Quanto possono essere considerati “responsabili” i genitori?
I genitori hanno un’influenza fondamentale. Non solo perché l’adiposità presente in famiglia costituisce un fattore predisponente, ma anche perché i comportamenti alimentari dei genitori influenzano quelli dei loro figli: se un bambino è abituato a mangiare poca frutta e i genitori lasciano fare, il bambino persisterà nella sua cattiva abitudine. Spesso, infatti, i bambini non mangiano tanto ma mangiano male. La selettività nei confronti del cibo da assumere, si instaura tra i tre e i cinque anni: se il genitore accontenta sempre il bambino che non vuole mangiare frutta e verdura il bambino non la mangerà mai… Allo stesso modo i genitori che non fanno movimento loro stessi e non stimolano i figli a farlo insieme, non trasmetteranno ai loro figli l’importanza del movimento.
Come si può prevenire l’obesità dei bambini?
Ci sono vari momenti critici nella crescita di un bambino a cui bisogna prestare particolare attenzione. C’è il periodo neonatale, nel corso del quale è raccomandato l’allattamento al seno (esclusivo per sei mesi o per un anno con due pappe al giorno); l’età intorno ai cinque-sei anni, che è l’età dei rifiuti ed anche il momento in cui il bambino comincia ad aumentare la sua massa grassa; e poi l’adolescenza.
Cosa si nasconde dietro un bimbo obeso?
Quasi sempre dietro un bimbo obeso si nascondono dei disagi di tipo psicologico. Molto spesso i bambini obesi sono figli di genitori separati o in forte conflitto tra loro e cercano rifugio e conforto nel cibo.
Cosa può – e dovrebbe – fare il genitore che si accorge che il suo bambino è in sovrappeso?
Innanzitutto occuparsi del problema: non basta dire “Mangia di meno o peggio “devi stare a dieta”… è necessario consultare il pediatra ed eventualmente rivolgersi ad un centro specializzato che non dia una dieta quantizzata ma che sappia prendersi cura del bambino, affiancandolo nel suo processo di crescita.
La famiglia può stimolare il ragazzo con l’esempio; a casa vi è un menù unico per tutta la famiglia (anche per il fratello magro), con porzioni diverse; quando possibile la mattina si apparecchia la tavola e si fa colazione insieme (latte o yogurt + fette o biscotti o cereali o pane + marmellata); nella credenza non ci sono bevande, snack ed altri prodotti ipercalorici ma “svuotiamo e ricoloriamo il frigorifero” con frutta e verdura; se il ragazzo non ama frutta e verdura intanto la mettiamo sempre in tavola poi lo portiamo al supermarket, la facciamo scegliere a lui, la facciamo lavare e preparare per indurlo a sperimentare.
Inoltre non trascuriamo di stimolarlo al movimento, ritagliando un po’ di tempo per muoverci insieme.