Pubblicare o meno le foto dei bambini sui social: non si tratta solo di una questione di sicurezza ma anche di rispettare quelle che vorranno essere le future scelte dei nostri figli e a questo, spesso, si pensa poco. Una ricerca condotta nel 2011 dal University of Michigan’s Institute for Social Research dice che il 66% dei genitori americani nati tra gli anni ’60 e ’70 condivide senza remore la vita dei propri bambini online.
Da quando Facebook ha aggiornato per l’ultima volta le proprie politiche sulla privacy , ha imparato a riconoscere le facce nelle foto : ogni volta che un genitore condivide una foto, aiuta il social network a unire il mondo digitale del figlio a quello fuori dal computer. Gli algoritmi, infatti, anche solo attraverso le foto, potranno analizzare le persone intorno ai bambini, i riferimenti fatti, e nel tempo determinare il gruppo di persone in più stretto contatto con lei.
Ma non è soltanto Facebook a farlo, di siti che usano un algoritmo simile ce ne sono molti e condividendo foto e video Youtube , i genitori connessi precludono ai figli di poter scegliere di avere un futuro anonimato in rete . Immagina l’adolescenza : è un momento già difficile di per sé senza che di contorno ci siano foto imbarazzanti facilmente rintracciabili alle persone con cui uscirà tuo figlio in futuro. Quando i suoi amici vengono a trovarlo, tiri fuori l’album di famiglia? Sono convinta che le selezioni a scuole e/o università, potrebbero un giorno, passare anche attraverso Google… pensa quanto un commento negativo dei genitori potrebbe influenzare negativamente chi lo legge!
Parliamo in maniera un po’ più approfondita del riconoscimento facciale . Applicazioni (addirittura alcuni smartphone permettono di sbloccare lo schermo con il riconoscimento facciale), siti e altre tecnologie si affidano oggi al riconoscimento facciale. Nel 2011 il campo della bio-identificazione ha subìto la svolta: un gruppo di hacker ha progettato un’applicazione che permette di fare un rapido riconoscimento facciale di una persona e ottenere immediatamente informazioni (nome e altri dettagli biografici) sul proprio dispositivo mobile. Da qui, gli sviluppatori hanno progettato un sistema di riconoscimento facciale che funziona su Google Glass . Nonostante Google abbia vietato l’uso di applicazioni che permettono il riconoscimento facciale, non può prevenire che ne vengano diffuse di “non ufficiali”. Come ben puoi capire, poter accedere in tempo reale a tutte le informazioni disponibili su una persona è una cosa grossa. E basta solo una foto pubblicata in maniera inconsapevole.
Il problema esiste e gli atteggiamenti di noi genitori possono essere diversi: ci si può estraniare dal web, si può parlare solo di sé evitando di fotografare i propri bambini oppure cominciare a costruire già da ora il loro “fondo fiduciario digitale”.Addirittura c’è chi comincia scegliendo un nome particolare che, in rete possa poi fare la differenza. I più geek, scelgono il nome del nascituro sfruttando applicazioni che controllano i domini ed effettuano le ricerche chiave per vedere quali sono disponibili.
Ma basta anche meno. Basta aprire un dominio con nome e cognome, creare dei profili social che non verranno utilizzati finché non avrà l’età adatta per farlo, aprire indirizzi gmail corrispondenti. Importante, in questo caso, creare un sistema di gestione delle password dove i bambini, una volta ragazzi, potranno trovare tutte le informazioni per fare i login. È importante anche monitorare le foto e gli account social degli amici dai quali rimuovere qualsiasi tag; le prime volte basterà spiegarlo, poi verrà in automatico.
Quando penserai che i tuoi figli saranno abbastanza maturi da poter scegliere correttamente cosa condividere e cosa no, potrai consegnare loro tutto il pacchetto con dentro le password. Grazie al loro fondo fiduciario digitale potranno cominciare a formare la propria identità online . Non potrai evitare che i tuoi figli diventino dei personaggi pubblici, perché nella nuova era digitale siamo tutti personaggi pubblici, ma puoi evitare di rubare la loro identità digitale da adulti.