Ci sono sintomi che spaventano mamma e papà! Ma quando è davvero il caso di correre al pronto soccorso?

L’importanza dell’udito dai primissimi istanti di vita.

Il parere dell'otorino

L’otorinolaringoiatra e audiologo Pasquale Marsella

«La prima cosa da fare è portare la bambina da un otorino specializzato in audiologia infantile (per trovarne uno si rivolga all’ospedale più vicino). L’ipoacusia (sordità) lieve, e a volte anche quella moderata, possono passare inosservate a un orecchio non allenato. Con un esame audioimpedenzometrico basato su giochi e stimoli sonori, l’esperto saprà capire se il problema dipende, per esempio, da un versamento di catarro nelle orecchie (frequente in questo periodo di raffreddori). In quel caso, i lavaggi nasali con soluzione salina possono risolvere la questione. Ma se la causa è meno banale, sarà il professionista a individuarla e a impostare la terapia più adatta».

Il parere della psicoterapeuta

La psicoterapeuta infantile Manuela Trinci

«Capita che a questa età i piccoli esprimano il disappunto con i comportamenti più che con le parole. Magari Serena è infastidita dal rumore tipico delle nostre giornate o è annoiata dai discorsi dei grandi. Così, cerca un mondo ovattato dentro il quale rifugiarsi. Una volta appurato che non ci siano problemi al sistema uditivo, perché non prova a usare l’ironia per capire il “non sentire” di sua figlia? Le proponga di organizzare un silent-party: mangiare insieme tè e pasticcini in silenzio può essere un’idea rilassante e divertente. Poi, le legga la filastrocca di Gianni Rodari, Orecchio Acerbo. Parla di un signore maturo con un orecchio giovane capace di “capire le voci che i grandi non stanno mai a sentire”.

In questo modo Serena capirà che può aprire il suo mondo a un adulto fidato, come la mamma o il papà, e dare voce alle proprie emozioni».

Il parere del pediatra

Il pediatra omeopata Gianfranco Trapani

«Per capire la natura del problema consiglio un piccolo esperimento. Provi a chiedere qualcosa a sua figlia stando in un’altra stanza. Domande come “Vuoi un po’ di cioccolata?” o “Invitiamo un’amichetta?” dovrebbero ottenere una risposta immediata. Così capirà se la bambina non sente o se non ascolta.

Nel primo caso, si rivolga a un otorino. Potrebbe solo trattarsi di una tromba di Eustachio tappata dall’eccesso di muco, da liberare con semplici lavaggi nasali a base di soluzione fisiologica, 2 gocce di argento proteinato per narice o una soluzione spray all’acido ialuronico (dai 5 anni). Se invece nota momenti in cui Serena sembra totalmente assorta e distante, potrebbe trattarsi di “crisi di assenza”, convulsioni benigne che non danno altri sintomi, ma che vanno valutate dal neuropsichiatra infantile».