I genitori sono prima di tutto persone, con le proprie difficoltà, limiti e difficoltà, tuttavia per gestire la responsabilità di un figlio in maniera costruttiva è importante mettersi in discussione, senza fermarsi all’apparenza o a ciò che ci hanno insegnato riguardo l’infanzia. Non esistono manuali per diventare genitori perfetti: leggere e informarsi può aiutare, tuttavia ogni bambino è, e rimane, un essere umano unico, con un carattere e un approccio alla vita assolutamente personale. Ecco perché certe regole possono rivelarsi utili con un figlio e, al contrario, risultare improduttive con un altro.
L’ostacolo più grande? Non cedere al nervosismo del momento: quando la rabbia è in agguato, meglio prendersi un momento di silenzio e ritornare sulla discussione con la mente calma e le idee più chiare. Questa è la modalità consigliata anche nei casi in cui i capricci si fanno sentire. Urlare più forte non è la soluzione, al contrario può accentuare la carica di aggressività e, nel tempo, trasmettere l’idea che i momenti di contrasto si superino alzando la voce. No, sbagliato: discutere senza litigare è possibile, anzi auspicabile. Imparare a esprimere le proprie emozioni costituisce un momento di vitale importanza per la crescita.
Manifestare i propri bisogni attraverso le emozioni aiuta a diventare adulti più consapevoli e in grado di provvedere alle proprie necessità senza sensi di colpa verso gli altri. Aiuta tuo figlio a essere in contatto con le sensazioni che prova a un livello profondo e, anziché usare esclusivamente le domande dirette, rendi quotidiana l’abitudine di raccontarsi e ascoltarsi, reciprocamente. L’ascolto autentico trasforma il nucleo familiare in un luogo di condivisione di sé, fiducia, scambio.
Le emozioni pensanti? Hanno diritto di esistere… e di essere espresse. Evita di bloccare un bambino con frasi come “Se piangi la mamma è triste”: quando diciamo parole come queste, la rabbia o la tristezza non scompaiono, ma diventano un peso invisibile in grado di schiacciare. Un figlio deve sapere che all’interno della famiglia è possibile parlare di tutto, con apertura e curiosità, senza tabù, dal sesso alla pedofilia. Perché, purtroppo, anche di questo c’è bisogno. Crescere un figlio significa renderlo consapevole dei pericoli che esistono nel mondo, aiutandolo a sviluppare lo spirito critico e l’autostima che servono a camminare con le proprie gambe sapendo di potercela fare.