A volte sanzionare certi comportamenti sbagliati del proprio bimbo è un atto educativo necessario alla sua crescita e all’evoluzione del percorso intrapreso verso l’indipendenza.
Non tutte le punizioni sono uguali però: alcune servono a diventare grandi , altre possono addirittura essere dannose per il rapporto. Perché una sanzione sia efficace infatti deve essere ragionata e a misura di bambino , mai tesa ad umiliare ma solo a trasmettere un insegnamento , incoraggiando a fare di meglio. Non si deve mai arrivare ad esempio all’utilizzo di schiaffi (anche se piccoli) e sculacciate: non solo sono assolutamente inutili, ma forniscono al bambino un modello comportamentale del tutto sbagliato. Insomma, la parola d’ordine principale è sempre e comunque una sola: rispetto !
Sfogliando la gallery troverete le regole che fanno di una punizione un momento di evoluzione, costruttivo e rispettoso dei bisogni del proprio figlio .
La punizione , per dare una struttura all’insegnamento desiderato, deve essere immediata e coerente con il piccolo “misfatto” che ci ha spinti ad impartirla.
Ad esempio, dire al proprio bambino , dopo una serie di spintoni all’amichetto del parco, che “non potrà guardare i cartoni dopo cena” non ha alcun legame con l’accaduto, non sarà quindi di nessun insegnamento rispetto a quanto vogliamo trasmettere. Inoltre rimandare la punizione a “dopo cena”, e quindi di qualche ora, farà sì che il piccolo perda contatto con la situazione incriminata. I bambini , soprattutto se parliamo di piccoli fino ai sei anni, vivono nel presente e necessitano di collegare la sanzione all’evento in corso.
In una situazione del genere pertanto sarebbe meglio allontanare pacatamente il piccolo dal parco dicendo: “se non giochi bene con i tuoi amichetti, allora non possiamo restare affatto”. L’azione immediata e la sanzione strettamente legata all’accaduto aiuteranno il piccolo a comprendere le reali conseguenze del suo operato e, quindi, ad imparare dal proprio errore .
La sanzione per il comportamento sbagliato deve essere proporzionale alle capacità pratiche e cognitive del bambino . Non possiamo e non dobbiamo pretendere qualcosa che il piccolo non è ancora in grado di fare o di comprendere. Ragioniamo quindi sempre in base al bimbo che abbiamo di fronte.
Ogni decisione deve essere inoltre spiegata in modo semplice e chiaro. Infatti il rischio di far fioccare punizioni apparentemente senza motivo è quello di figurare come ingiusti carnefici e di alimentare nel bambino sentimenti di vendetta o di autocommiserazione.
Inoltre è bene tenere a mente che una punizione non può essere eccessivamente lunga. Punizioni piccole e ben centrate sono indubbiamente da preferire. Prestiamo attenzione soprattutto alle risposte di nostro figlio alla sanzione : quando mostra di aver compreso il suo errore , allora è comunque giunto il momento di ristabilire la normalità.
Umiliare il proprio bambino è la cosa peggiore che si possa fare. La sanzione ad un errore è un momento di crescita costruttiva e, perché sia tale, deve rimanere assolutamente privato .
Parlare a voce troppo alta al parchetto rendendo partecipi tutti i presenti dell’accaduto o dare una strigliata con relativa punizione davanti a tutti gli amichetti possono assumere l’aspetto di vere e proprie “sentenze”. Per un piccolino sono senza dubbio pesi troppo grandi da portare, fardelli che non fanno altro che incrementare un ingiusto senso di colpa . Questo ovviamente non è assolutamente costruttivo: la punizione deve sempre essere tesa a impartire un insegnamento e incoraggiare a fare meglio.
Ricordiamoci quindi di essere sempre e comunque rispettosi nel modo di porci e di avere il riguardo di portare in disparte il bambino quando si rende necessario mostrargli le conseguenze dei suoi errori .
La punizione deve essere un gesto legato a momenti particolari, non la quotidianità. Utilizzare continuamente lo strumento educativo della sanzione infatti non farebbe altro che farlo diventare routine, con inevitabile perdita di valore ed efficacia. Non solo, passare continuamente da una punizione all’altra genera confusione nel bambino , che finisce col non capire più perché è stato punito.
Il modo più corretto di agire è quindi quello di cercare di trovare sempre delle strade alternative per arginare la situazione difficile. Provare a prevenire i momenti potenzialmente “a rischio”, mostrare il proprio disappunto (senza aggredire) e tentare di far comprendere al bambino come riparare al proprio errore sono tutti modi per evitare la sanzione , che dovrà entrare in gioco solo se strettamente necessario e in casi più estremi.