Il bebè: un esserino delicatissimo il cui benessere dipende unicamente da noi.

Il bagaglio di difese immunitarie in un neonato è ancora piccolo, proprio come lui. Questo ne fa chiaramente un soggetto particolarmente a rischio e bisognoso di attenzioni costanti.

Un semplice raffreddore, se insorto in un neonato, può infatti rivelarsi davvero molto fastidioso ed è importante conoscerne sintomi e cause per prevenire e curare correttamente.

Una delle principali difficoltà data dall’ostruzione delle prime vie aeree può essere l’inibizione della funzione vitale principale del bebè, ovvero quella di succhiare il latte.
È fondamentale pertanto mantenere costantemente pulito il nasino con frequenti lavaggi nasali, per favorire la respirazione e facilitare il piccolo nell’operazione.
Se il bebè dovesse avere però ancora difficoltà a succhiare autonomamente, a causa di cavità nasali particolarmente otturate, è importante assicurarsi di fornire sempre un giusto apporto nutritivo e la quota alimentare giornaliera offrendo il latte, materno o artificiale, con un chucchiaino.
Questa possibile difficoltà mette a rischio, tra l’altro, anche l’idratazione del piccolo, che deve essere tenuta costantemente sotto controllo. Segnali di una corretta idratazione sono: la saliva, il pianto con le lacrime e il pannolino regolarmente bagnato.

Qualora la difficoltà ad alimentarsi dettata unicamente dall’occlusione delle cavità nasali si trasformi in un’incapacità di assumere la propria quota alimentare quotidiana, si manifestino segnali di disidratazione, apatia o difficoltà respiratorie è opportuno intervenire repentinamente portando il caso all’attenzione del medico.

 

Il raffreddore del bebè: l'importanza della prevenzione

Per cercare di scongiurare il rischio dell’insorgere del raffreddore nel neonato le misure igieniche normalmente utilizzate devono essere incrementate.
Lavarsi spesso le mani o disinfettarle con gli appositi gel (specie se si è appena starnutito o tossito), avere cura di areare spesso le stanze di casa ed evitare luoghi chiusi e troppo affollati, sono buone abitudini che possono aiutare in questo senso.

L’aria che si respira poi è ovviamente molto importante. Gli ambienti frequentati da fumatori ad esempio sono particolarmente dannosi per un bebè in quanto il fumo, così come gli agenti inquinanti dell’aria in genere, rovina le comuni difese delle prime vie respiratorie e favorisce l’insorgere delle sindromi che le coinvolgono.

È bene infine non privare il bebè di una sana passeggiata all’aria aperta, anche d’inverno. L’importante è farlo nelle ore più calde e con un abbigliamento adeguato alla temperatura esterna, per poi avere buona cura quando si entra in ambienti chiusi di spogliare il piccolo da giacca e indumenti troppo pesanti.
Quando si esce per una passeggiata nel periodo invernale, o con un clima particolarmente ventoso, poi è buona abitudine coprire il capo del neonato, in quanto proprio la testolina è la fonte di maggior dispersione del calore corporeo. Non occorre che il cappello sia di lana e molto pesante, è sufficiente un berettino di cotone o di spugna per tenere il piccolo protetto.
In generale comunque è bene prestare attenzione a non scoprire troppo, ma anche a non vestire il neonato in modo eccessivo.
Gli sbalzi di temperatura e i colpi di calore improvvisi possono essere dannosi e facilitare l’insorgere delle cosiddette sindromi da raffreddamento, esattamente come accade per noi adulti.

Curare il raffreddore del neonato

Abbiamo detto che la causa del raffreddore è un virus. Nella cura di un neonato non è ancora ovviamente possibile però una terapia antivirale, in quanto l’utilizzo in questa fase dei farmaci oggi esistenti non ha un bilanciamento rischio-beneficio favorevole.

La cura del raffreddore in un bebè consiste principalmente quindi nella cura del sintomo stesso.
In un bimbo così piccolo la sintomatologia prevalente non è altro che l’ostruzione delle prime vie aeree e in particolare delle cavità nasali, cosa che impedisce la funzione vitale del neonato, ovvero quella di succhiare liberamente il latte.
La prima cosa da fare quindi è preoccuparsi di disostruire il nasino pulendolo dalle mucosità con la fisiologica oppure, sentendo il parere del medico, con liquidi a maggiore concentrazione salina, come l’ipertonica.

L’areosol con fisiologica o ipertonica può essere utilizzato quando si è impossibilitati ad effettuare i lavaggi nasali. Questi ultimi risultano però più efficaci per la loro azione meccanica diretta di pulizia e riduzione dell’edema delle mucosità nasali.
Normalmente l’areosol è più utilizzato quindi, sotto controllo medico, quando si rende necessaria la somministrazione di farmaci.

Esistono poi rimedi piccoli ma efficaci da adottare per dare sollievo al piccolo in queste situazioni.
Il primo consiste nel favorire la respirazione tenendo la testolina del neonato leggermente sollevata grazie all’inserimento di un cuscinetto tra il piano del lettino e il materasso.
Il secondo, importantissimo, riguarda il controllo del grado di umidità della casa, e in particolare della camera in cui dorme il bebè.
È buona abitudine infatti mantenere una giusta dose di umidità, che corrisponde circa al 55%, avvalendosi di un umidificatore. Ci si può accorgere facilmente dell’eccessiva secchezza di un ambiente troppo riscaldato se il piccolo si sveglia dalla nanna con la cavità orale molto asciutta.

Le possibili conseguenze

Nonostante non sia una patologia grave è bene non trascurare il raffreddore di un neonato. Curarne scrupolosamente i sintomi aiuta infatti ad evitare il possibile insorgere di conseguenze più importanti.
Nel bambino così piccolo, in una ristretta percentuale di casi e soprattutto in neonati che vengono a contatto per la prima volta con questi tipi di virus, il raffreddore può virare in una forma più grave di infezione delle basse vie respiratorie: la bronchiolite.

“Ci sono una serie di virus respiratori, come il Rhinovirus o il virus respiratorio sinciziale, che nel lattante sotto l’anno possono evolvere da una semplice ostruzione delle prime vie respiratorie ad una patologia più importante. Questa si manifesta nel piccolo con l’incapacità di assumere la quota alimentare di base, la difficoltà respiratoria, l’apatia, il pallore e talvolta la tosse insistente e la febbre.” Ci spiega la Dott.sa Poloniato.

È molto importante conoscere tali possibili conseguenze in quanto talvolta questo andamento è peggiorativo in modo repentino. Riconoscerne i sintomi aiuta pertanto ad intervenire velocemente, portando il caso all’osservazione del pediatra o, se necessario, nei Pronto Soccorso.