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Cosa cambia nel fare un figlio a 25 o a 40 anni?
di Serena Sabella
15.07.2015
Le statistiche più diffuse riguardo alle gravidanze dopo i 40 anni dicono che una donna su tre, tra i 35 e i 39 anni, dopo più di un anno di tentativi non riesce a restare incinta, o se ci riesce succede dopo davvero moltissimi tentativi.Si tratta di dati basati su un articolo pubblicato nel 2004 dalla rivista Human reproduction che però fanno riferimento ai registri delle nascite francesi tra il 1670 e il 1830. I consigli e le raccomandazioni di alcuni ginecologi e/o addetti ai lavori, si basano su statistiche realizzate in un tempo in cui non esistevano elettricità, ecografie, trattamenti per la fertilità o antibiotici.
Negli anni 2000 sono stati condotti nuovi studi e, nonostante siano pochi, forniscono una fotografia più ottimistica della situazione. La ricerca pubblicata in Obstetrics&Gynecology nel 2004 ha esaminato le possibilità di restare incinta di 770 donne europee. Da questa è emerso che l'82% delle donne tra i 35 e i 42 anni, avendo due rapporti a settimana, hanno concepito nell'arco di un anno; per le donne tra i 27 e i 34 anni, invece, la percentuale sale all'86%, un dato quindi non molto superiore.
La fertilità cala con l’età ma non in maniera così drastica da impedire alle donne che hanno superato i 35 di restare incinte in maniera naturale. Se invece parliamo di donne che a causa di problemi fisici, malattie o infertilità del partner devono ricorrere alla fecondazione in vitro il discorso diventa più delicato. In questo caso specifico l’età può fare la differenza: il 42% delle donne che hanno meno di 35 anni riesce a dare alla luce un figlio dopo un solo ciclo di trattamento mentre la percentuale si riduce al 27% per le donne tra i 35 e i 40 e cala al 12% tra quelle tra i 41 e i 42 anni.Quindi, il consiglio degli esperti è quello di effettuare il prima possibile, non necessariamente quando la coppia decide di provare ad avere un bambino, degli screening in modo da conoscere in tempo eventuali problematiche e poter decidere di conseguenza.
Vengono indelicatamente definite “primipare attempate” e sono quelle donne che vivono l’esperienza della maternità dopo i 30 anni. In Italia è quasi la “normalità” infatti, siamo, dopo la Svizzera, le mamme più vecchie d’Europa.Le donne che decidono di affrontare la prima gravidanza ben oltre i 40 anni sono sempre più numerose. A prescindere dalle motivazioni e dalle differenze geografiche, in Italia, le gravidanze iniziate e portate a termine dopo i 40 anni sono raddoppiate negli ultimi dieci anni.
Stando ai dati Istat, l’età media del parto è cresciuta passando dai 29,1 anni del 1991 ai 31,4 anni del 2011: numeri che fanno delle italiane le mamme “più anziane” d’Europa, visto che nel vecchio continente l’età della maternità è ferma attorno ai 30 anni. Gli ultimi dati confermano in Italia una percentuale di oltre il 60% dei parti nella classe di età tra 30-39 anni. La regione con il maggior numero di parti di donne over 40 è la Sardegna (10,48%) seguita dalla Liguria (9,61), dal Lazio (9,42%) e dalla Toscana (8,85%). Le primipare attempate con più di 40 anni sono solo il 5,97 in Sicilia, il 5,84% in Calabria e il 5,68% in Campania.
Diventare mamme dopo i 40 è sicuramente diverso che a 30. La medicina considera le donne oltre i 35 anni a rischio perché con l’aumento dell’età, aumentano statisticamente i rischi di malattie cromosomiche, ritardo di accrescimento per il bambino e di ipertensione, gestosi e diabete gestazionale per la madre. Se però le donne non si affaticano prendendo tanti impegni lavorativi e non, ma tengono conto delle proprie debolezze e assumono uno stile di vita sano ed equilibrato, il loro corpo può adattarsi positivamente alla gravidanza, che può avere un decorso fisiologico, anche dopo i 40 anni. Pertanto più che l’età anagrafica conta principalmente lo stato di salute della donna, il suo stile di vita e soprattutto le sue capacità reattive. La gravidanza accende dei processi attraverso i quali il bambino con la sua placenta produce tantissimi ormoni che ringiovaniscono il corpo della mamma, lo modificano, lo rendono morbido, capace di aprirsi alla gravidanza e al parto.
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