PRIMA DI COMINCIARE ● Se tuo figlio vuole frequentare un’attività sportiva parascolastica , organizzata cioè dalla scuola o da una società affiliata a una Federazione sportiva e al Coni, ha bisogno di un certificato medico rilasciato dal pediatra sulla base dell’anamnesi, cioè la storia della sua salute, e di un elettrocardiogramma .● Per lo sport a livello agonistico serve una visita più approfondita con ECG, prova da sforzo, spirometria e esame delle urine . Da queste indagini potrebbero emergere alcune anomalie. «Non c’è da spaventarsi: si può comunque fare sport, solo in modo più mirato» spiega Maurizio Casasco, presidente della Federazione medico sportiva italiana. «Se si riscontra la scoliosi, si eviteranno discipline con movimenti asimmetrici come il tennis; se il problema sono gli occhi, si possono usare lenti a contatto; se ci sono problemi cardiaci si possono fare valutazioni più approfondite e programmare un allenamento adatto».
«Con la piscina ho iniziato a 6 anni. Fino ad allora per me l’attività fisica era giocare a pallone sotto casa, ma imparare a nuotare mi ha fatto fare un passo in avanti: tutti sappiamo dare calci a una palla, mentre riuscire a muoversi con sicurezza in un elemento estraneo come l’acqua richiede una vera e propria abilità. E apprenderla ti fa sentire in gamba».
COSA INSEGNA «Nuotando ti abitui a stare con te stesso, cosa non sempre facile per un bambino. In acqua sei solo e tutto è affidato a te: devi contare le vasche, controllare la stanchezza e, allo stesso tempo, cercare di migliorarti».
IL CONSIGLIO IN PIÙ «Se tuo figlio si annoia in piscina proponigli un’attività più divertente come pallanuoto o nuoto sincronizzato».
PERCHÉ FA BENE AL FISICO «L’assenza di gravità in acqua aiuta ad assumere una postura corretta e a sviluppare i muscoli in lunghezza» spiega Piero Astegiano. «In più il nuoto ha una ricaduta positiva sull’alimentazione: prima di entrare in vasca serve sì fare il pieno di energie, ma senza esagerare».
«Da ragazzino giocavo a tennis, ma non mi divertivo. A 16 anni, in oratorio, ho scoperto la pallavolo e mi sono appassionato perché era un’attività fisica giocosa . La noia allontana i bambini dallo sport, l’ho provato io in prima persona. Evita quindi i corsi con un approccio serioso se non vuoi che tuo figlio si scoraggi presto».
COSA INSEGNA «Sul campo di volley è la squadra che conta: si vince solo se ognuno dà il meglio di sé in funzione di un risultato comune. Non a caso la pallavolo è uno sport praticato per il 75% da femmine: le ragazzine amano lavorare in team perché hanno una predisposizione a condividere tutto con le loro coetanee».
IL CONSIGLIO IN PIÙ «Infila in borsa o nello zaino di tuo figlio una palla piccola. Così ogni volta che ne ha occasione potrà approfittare per allenarsi e divertirsi».
PERCHÉ FA BENE AL FISICO «Il volley è uno sport molto completo che aiuta a sviluppare in modo armonico sia gli arti inferiori che superiori, senza caricarli eccessivamente» spiega il medico dello sport Piero Astegiano, direttore dell’istituto di Medicina dello sport di Torino. «E poi la palla non deve cadere, così non solo sei stimolato a essere scattante, ma anche a scegliere la mossa migliore da fare in pochi secondi».
«Da ragazzino giocavo a calcio, ma verso i 10 anni ho scoperto il basket che, oltre ad appassionarmi, mi era più congeniale perché le lezioni si svolgevano al chiuso e io, che sono freddoloso, d’inverno soffrivo gli allenamenti all’aperto. Sembra un dettaglio, ma i bambini hanno una percezione molto più intensa del caldo e del freddo e se provano disagio è difficile che si entusiasmino a fare sport».
COSA INSEGNA «La pallacanestro ha una regola che ti spinge a essere altruista: non puoi trattenere la palla per più di 5 secondi senza palleggiare, la devi passare a un compagno».
IL CONSIGLIO IN PIÙ «Fai attenzione a scegliere un istruttore che fa divertire e imparare: è con un maestro così che mi sono appassionato al basket, prima ancora di capire come funzionava».
PERCHÉ FA BENE AL FISICO «Il basket migliora la capacità di coordinazione perché, ad esempio, richiede di muovere su e giù le braccia per palleggiare o di lanciare mentre si corre lateralmente» commenta Piero Astegiano. «Sottopone a un buon impegno aerobico e, insieme, stimola la concentrazione quando si deve prendere la mira per fare canestro».
«Da ragazzina ho cominciato con la danza, ma ero troppo alta. Quando ho provato il salto in lungo è stata una folgorazione: mi sono sentita a mio agio , quelle gambe lunghe che erano un ostacolo per il ballo erano diventate la mia marcia in più ».
COSA INSEGNA «L’atletica insegna ad assumerti le responsabilità: sei il protagonista, quando vinci ma anche quando perdi. La sconfitta è difficile da accettare per un bambino e in pista impari a trasformare quella delusione in voglia di migliorarti».
IL CONSIGLIO IN PIÙ «Fai in modo che tuo figlio non si senta inadeguato quando fa sport. Aiutalo a scegliere un’attività che sia adatta alla sua conformazione fisica. Chi è più robusto può avere difficoltà con salti e piroette, ma riuscirà a prendersi le sue soddisfazioni con un’altra attività, magari il lancio del peso».
PERCHÉ FA BENE AL FISICO «Ogni specialità dell’atletica ha la sua peculiarità» sottolinea il medico dello sport. «La corsa per esempio migliora l’impianto cardiorespiratorio, il salto in alto sviluppa la coordinazione neuromotoria, cioè aiuta a svolgere armoniosamente dei movimenti in cui è richiesto un impegno mentale, per esempio contare i passi prima di saltare».