MULTITASKING FORZATO
«Il bisogno di definire una buona politica di conciliazione tra lavoro e famiglia nell’interesse di tutta la comunità è reale» spiega Marzia Cikada, psicologa e psicoterapeuta che aggiunge: «Se vogliamo parlare di regole, potremmo nominare quelle della qualità e del senza impegno. Non affanniamoci a trovare tempo per stare con i bambini se poi lo viviamo tra l’ansia e la colpa di trascurare il lavoro. Avere un tempo definito e di qualità, pienamente vissuto, è la risposta ai bisogni dei bambini, anche se, comprensibilmente, per loro sarà sempre troppo poco. Invece, per “senza impegno”, intendo una regola che proibisca di riempire anche il tempo libero di impegni da mantenere, sport di ogni sorta, attività forzate. La semplicità di una passeggiata insieme, un libro letto davvero con presenza (non con la testa ancora sul lavoro), una torta di fango fatta con gli ingredienti giusti può diventare uno dei migliori ricordi dell’infanzia se ci si permette di vivere quel momento con serenità».

Più pazienza e meno nervosismo con i figli

EDUCARE SENZA RABBIA
Arrivare stanchissimi dal lavoro spesso non va a beneficio della pazienza: di fronte alle richieste dei bambini è facile che possa scattare l’ansia e diventare più acuto un senso fastidioso di nervosismo. Secondi i dati delle statistiche arrivare alle mani per cercare di farsi ascoltare accade all’80% dei genitori, eppure questo non serve a farsi ubbidire di più dai figli. Impostare un’educazione basata sul non ascolto e gli ordini urlati non solo ha un effetto negativo per lo sviluppo dei piccoli, ma aumenta la sensazione strisciante di una tristezza profonda, che si somma alla rabbia e alla frustrazione. Paradossalmente il rischio è di diventare più permissivi durante il tempo libero: un modo per coprire i sensi di colpa.

"Lasciamo andare" i figli

L’IMPORTANZA DELL’AUTONOMIA
Un’indagine apparsa su The Journal of Positive Psychology riporta i dati di uno studio che dal 1946 ha coinvolto 5000 persone a partire dal momento della nascita, al fine di indagare l’impatto genitoriale sulla crescita. Il risultato? I genitori non apprensivi favoriscono lo sviluppo dell’autonomia e l’equilibrio dei figli. Lasciar andare un figlio non è facile e non si tratta di un processo che inizia durante l’adolescenza, bensì di uno stile di vita in grado di sollecitare un bambino, fin da piccolo, a fare le cose da solo e sentirsi libero di sperimentare il mondo.  «Mantenere un figlio dipendente e incapace di affrontare il mondo esterno da solo rischia di renderlo più fragile di fronte ai fallimenti che si possono incontrare nel corso della vita» spiega Marzia Cikada: «Non dimentichiamo che il compito evolutivo di un genitore è accompagnare il figlio a diventare altro». Ecco perché insieme al tempo passato insieme conta la capacità di aprire uno spazio di dialogo: sapere che in famiglia si può parlare di tutto è fondamentale perché aiuta i figli a esprimere ciò che sta loro accadendo, a scuola o con gli amici, sapendo che non verranno giudicati.

Allarga il cerchio delle tue amicizie

IMPARA A CONDIVIDERE
Viviamo in una società dove il tempo è diventata una moneta preziosa. Tuttavia, ciò che va a discapito della nostra felicità è anche l’incapacità di condividere la nostra vita in maniera autentica con agli altri. Se un tempo intorno a una mamma esisteva il sostegno, presente e pieno di calore, di uno stuolo di nonni, zie e vicini, oggi tendiamo a vivere quasi esclusivamente la coppia. Scegli persone di fiducia, per esempio una babysitter o le amiche, che possano aiutarti nei casi di necessità e crea un dialogo positivo con gli insegnanti di tuo figlio. Soprattutto, allarga il cerchio delle persone che fanno parte della tua vita. Creare una rete più ampia non è solo di aiuto per un genitore, ma sarà un sostegno per i figli, dall’infanzia all’età adulta: gli amici dei genitori per i ragazzi costituiranno un punto di riferimento in più, mentre per gli adulti sono relazioni positive, dove condividere le proprie paure così come i momenti belli.

L'importanza dell'autonomia

IMPARARE A LASCIAR ANDARE
Barbara Repossini, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa, spiega: «Il problema dei genitori è quello di sganciare i figli. Durante l’adolescenza appare la necessità dei ragazzini di individuarsi come esseri autonomi». Ma essere autonomi è un bisogno che inizia fin da piccoli e che convive con la necessità di ogni figlio di essere compreso, amato e ascoltato.  «Per i genitori si tratta di una ferita profonda e inconscia che devono essere in grado di elaborare. Lasciare andare i figli e renderli indipendenti in senso pratico e emotivo richiede un’elaborazione come il lutto, perché significa liberarli e comprendere che non puoi prendere la responsabilità della loro vita».