Si potrebbe pensare a delle eccezioni, ma non è così. Parlo delle coppie che condividono un tetto, la stanza da letto, le spese per i figli ma per il resto vivono da separati. In casa. «Non è una situazione rara» spiega Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile. «Nella coppia, in questi casi, si stabilisce un patto, lucido e freddo: a tutti e due non interessa più investire dal punto di vista emotivo perché la relazione è arrivata a un punto morto, però si scarta l’idea di separarsi e si continua a stare insieme.
I motivi di una tale scelta a volte sono economici, altre volte si temono i giudizi delle famiglie d’origine o dell’ambiente in cui si vive, soprattutto se si tratta di un piccolo centro. C’è poi il caso di chi teme reazioni eccessive e sopra le righe da parte del partner». Ma stare insieme solo per i figli è giusto? E quali sono gli effetti su di loro quando i genitori, più che parlarsi, comunicano quasi sempre e solo da un punto di vista pratico e per il resto ognuno fa vita a sé?
Mentire è sempre controproducente
Daniele Novara, pedagogista, invita a riflettere. «Molte coppie si trovano in questa situazione perché si sono concentrate esclusivamente sui figli perdendosi di vista e il paradosso è che, sempre in nome dei figli, continuano a rimanere insieme». La coppia non è più al centro e finisce in una trappola che si rivela dannosa per tutti. «I genitori sono costretti a dare di loro stessi un’immagine mistificata, recitando una parte che un adolescente prima o poi smaschera facilmente» spiega Novara. «I figli, invece, hanno bisogno di chiarezza, per questo non ho dubbi: meglio affrontare una buona separazione che continuare quella che, anche se nascosta, è un’agonia».
C’è bisogno di esprimere sentimenti ed emozioni
Se per motivi economici sembra impossibile mettere in conto una separazione, allora è fondamentale che almeno in casa non si litighi. «Molte coppie creano un nuovo equilibrio tacendo su come stanno realmente le cose» spiega Manuela Trinci. «I bambini vedono mamma e papà fare qualche volta delle cose insieme, per esempio la spesa, altre volte no; la sera può succedere che uno resti a casa e l’altro esca perché si è ritagliato uno spazio, delle amicizie. È come se la famiglia vivesse in una campana di vetro, in un ambiente in cui nessuno litiga e questo mette al riparo i figli dalla conflittualità.
Quello che manca è una vita di relazione affettiva: non c’è nessuno che esprima la capacità d’amare. Per fortuna, i bambini e i ragazzini hanno anche risorse proprie, che li spingono a cercare altri punti di riferimento fra gli amici e i parenti. Nella maggior parte dei casi li trovano e ne fanno un modello da cui trarre ispirazione durante la crescita».