Quello delle riparazioni veloci e degli orli agli abiti è un settore in forte ascesa. Lo sostiene uno studio dell’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile (www.osservatoriodonna.igol.it), nato in collaborazione con il ministero per le Pari opportunità. Il perché è molto semplice: negli ultimi due anni, a causa della scarsa disponibilità economica, l’acquisto di vestiti nuovi è diminuito di quasi il 12 per cento e si preferisce dare “un’aggiustatina” a quelli vecchi. Se si ha dimestichezza con ago e filo, quindi, questa è un’occasione da prendere al volo. Le possibilità sono due: aprire un proprio laboratorio artigianale, oppure legarsi a una catena di sartoria rapida in franchising.
Nel primo caso bisogna aver frequentato una scuola di taglio e cucito riconosciuta dalla Regione (in genere dura due anni) o aver fatto un apprendistato di almeno due anni presso una sartoria. Dopodiché ci si può iscrivere all’albo dell’Associazione nazionale sarti-stilisti della Confartigianato (tel. 0670374213, www.confartigianato.it/sarti), aprire la partita Iva e mettere su il proprio laboratorio artigianale. Questo, per legge, deve misurare circa 40 metri quadri, avere un camerino di prova e posto sufficiente per l’asse da stiro e le macchine da cucire. Con una preparazione di questo tipo si possono fare orli e riparazioni, ma anche confezionare abiti interi.
Chi non ha frequentato una scuola di sartoria, ma ha passione e predisposizione per i lavori di ago e filo, può comunque avviare un’attività in franchising. L’unica a offrire questa opportunità in tutta Italia è la società Orloexpress (tel. 022156751, www.orloexpress.com). All’inizo bisogna seguire uno stage di formazione e avere una cifra di circa 35.000 euro per l’arredamento e le macchine da cucire. Ovviamente i guadagni dipendono da tante variabili, dalla mole di lavoro alla posizione del negozio, ma in genere si parte da un fatturato di circa 90 mila euro lordi all’anno.