L’idea di aprire un asilo nido in casa è venuta per prime alle mamme del Trentino Alto Adige, le Tagesmütter. Ma anche nel resto d’Italia, da qualche anno, accudire un gruppo di bambini fino a tre anni sta diventando una buona opportunità di lavoro. Certo, servono spirito d’iniziativa e un grande amore per i bimbi. Ma, oltre a queste doti, occorre un appartamento idoneo e una formazione professionale specifica. Vediamo, allora, come muoversi.
Gli spazi e l’arredo
Diciamo subito che ogni regione ha le proprie regole. Per conoscerle, ci si può rivolgere agli Assessorati alle politiche per la famiglia o ai servizi educativi. “Innanzitutto la casa: i locali devono soddisfare i requisiti di abitabilità. E, laddove è richiesto dalle leggi, va presentato un certificato igienico-sanitario rilasciato dalla Asl” spiega Rita Zecchel, imprenditrice, fra le prime ad aver lanciato un servizio di nidi in casa in franchising: Happy Child (tel. 0270630215, www.happychild.it).
“Servono una cucina abitabile, due camere e servizi più una sala di circa 40 mq. In questi ambienti si possono ospitare da tre a sei bambini. Poi bisogna spendere sui 3-4.000 euro per gli arredi: le brandine, i fasciatoi, i giochi e così via”.
La formazione
“Anche i titoli di studio richiesti cambiano in base alla regione” dice Rita Zecchel. “In Liguria, Toscana ed Emilia Romagna è necessario il diploma magistrale, di assistente di comunità infantile o una laurea a indirizzo pedagogico. In Lombardia e Trentino basta seguire un corso di formazione sugli aspetti pedagogici e gestionali”.
Un grande aiuto arriva dalle organizzazioni che offrono un pacchetto completo di servizi e accompagnano passo dopo passo chi vuole avviare l’attività. Come queste.
A Milano, Happy Child offre al costo di 1.000 euro, a febbraio e marzo, percorsi formativi in due giorni per aprire un nido sul territorio nazionale.
A Verona, il Centro studi 0/6 Planet (tel. 3291931945, www.zeroseiplanet.it) il 17 febbraio organizza il seminario Avvio di un nido in famiglia. Costa 180 euro.
A Torino si possono seguire i corsi di formazione gratuiti delle agenzie educative comunali. L’elenco si trova su www.comune.torino.it/tatadoing/micro.htm.
C’è anche la possibilità di aprire un asilo in franchising. Per esempio, a Roma il Gruppo Matarazzo (tel. 0645495645, www.gruppomatarazzo.it) con un investimento di 9.000 euro offre la formula “chiavi in mano” e si occupa di tutti i dettagli burocratici e didattici.
I guadagni
“Le rette vanno da 300 a 600 euro al mese per bimbo, in base alla città in cui si vive” conclude Rita Zecchel. “Coperte le spese di gestione, il resto è un guadagno netto”.