«La mente di un bebè? Non è solo dotata di un cospicuo patrimonio di neuroni ma è anche al massimo della sua plasticità: se ben stimolata, fa conquiste enormi in breve tempo». Esordisce così Maria Roberta Cilio, dirigente medico della divisione di neurologia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e professore associato di neurologia all’Università di California, San Francisco. Con il suo aiuto, scopriamo come vede il mondo un neonato nei primi 6 mesi.
_da 0 a 1 mese Comincia a guardarsi attorno
«Con la nascita un bambino acquisisce subito una competenza tutta nuova:quella visiva» spiega l’esperta.«È un’abilità che affinerà con il tempo, ma non è vero che un neonato non vede. Anzi, individua anche luci e persone in movimento lontane da lui. Ma è in grado di mettere a fuoco solo ciò che è a 20-30 centimetri di distanza». In pratica, la stessa che c’è tra lui e il viso della mamma quando viene allattato o tenuto in braccio. «Di un volto, poi, lo colpiscono i contrasti netti tra le parti scure, come la pupilla e le labbra e quelle chiare, quali la sclera (il cosiddetto bianco dell’occhio) e i denti. Questo gli permette,per esempio, di individuare un sorriso» prosegue Maria Roberta Cilio. «Il suo udito, invece, è già allenato:fin dalla 28esima settimana di gestazione, infatti, sente suoni e rumori. Ecco perché, appena nato, riconosce la voce della mamma e la distingue da quelle degli altri. A contare, fin da questa primissima fase, sono gli stimoli sonori, che rafforzano l’udito, e quelli visivi, che potenziano la sua vista». Sì, quindi, a esporre il bambino a diversi tipi di rumori, dalla musica alla voce fino ai suoni della natura o della città. Ma anche a mettergli i giochini a pochi centimetri di distanza, a mostrargli da vicino un fiore o una fotografia.
_da 2 a 3 mesi Partecipa a ciò che lo circonda
«D’ora in poi il bambino si fa sempre più attivo: se suona il telefono o un cane abbaia, gira la testa nella direzione del suono» continua l’esperta. «E, man mano che il suo udito diventa più raffinato, impara a distinguere anche l’emozione che può esprimere un tono di voce: tranquillità, gioia, rabbia e così via. Giorno dopo giorno, archivia così tutti i suoni nel sistema limbico del suo cervello, sede della memoria. Fa solo ancora fatica a distinguere le voci se ci sono tante persone che parlano contemporaneamente. Anche la vista, intanto, fa progressi e migliora la sua visione binoculare (in pratica, i movimenti degli occhi diventano più coordinati tra loro). Un’abilità che gli permetterà, tra pochissimo, di percepire la profondità dello spazio e, quindi, di allungare la mano per prendere un gioco che lo attrae».
_da 4 a 5 mesi Afferra gli oggetti che lo attirano
«Ora che i suoi occhi sono più allenati, il bambino fa altre due conquiste: i colori e la visione tridimensionale» prosegue Maria Roberta Cilio. «Grazie a q questa può arrivare alla coordinazione occhio-mano e,quindi,giudicare se un oggetto è abbastanza vicino per tentare di afferrarlo. Questa è anche la fase del vocalizzo: il bebè ripete i suoni delle vocali, si ascolta, ci riprova, alza o abbassa il tono di voce. Sono le prime prove di linguaggio e,anche in questo caso, contano molto gli stimoli». Se mamma e papà parlano tanto con lui,proverà sempre più a ripetere i suoni e a esprimere le emozioni con la sua voce. Un grande salto in avanti, che si nutre proprio del “botta e risposta” con chi gli sta vicino.
_dai 6 mesi Comincia a muoversi (e gli piace)
«A quest’età il bambino comincia a “dialogare” con le altre persone attraverso il sorriso e i versetti gioiosi. Si tratta di un’altra grande conquista, perché gli permette di entrare in relazione in modo attivo con la realtà che lo circonda » continua l’esperta. «In più, comincia ad affinare la coordinazione occhio-mano-piede che gli consentirà, dopo vari sforzi e tentativi, di cominciare a spostarsi nello spazio. È il momento di lasciare il bambino sul tappeto, mettendogli a disposizione oggetti in materiale diverso, dalla plastica al legno, alla stoffa,mette disposizione. E dandogli tutto il tempo di esplorare quello che lo circonda.Perché,d’ora in poi, il suo sviluppo cognitivo farà un altro salto: attraverso la creazione di una memoria di colori e materiali, passerà dalla semplice funzione alla vera e propria “esperienza” visiva». E potrà farlo soprattutto grazie agli stimoli che, via via, ha ricevuto da mamma, papà e fratellini, che hanno contribuito a migliorare le sue abilità.