C’era una volta il caro vecchio curriculum vitae, che conteneva per esempio l’indirizzo di residenza o il numero di telefono di casa. Oggi, in un mondo completamente trasformato, il modo più rapido per collegarsi con chiunque è rappresentato dal web. È giusto, quindi, inserire nel proprio cv il profilo social? È adatto anche a una persona over 50, che stia cercando un nuovo lavoro? Come valorizzare le proprie competenze? A rispondere è l’esperta, Sara Portolano, Risesmart Operations Manager di Randstad, agenzia di lavoro, formazione e ricerca di risorse umane.
L’importanza del curriculum
Se il mondo del lavoro cambia e si rinnovano le modalità di comunicazione, la ricerca di un nuovo lavoro passa ancora attraverso il “vecchio” curriculum, che però deve necessariamente essere adeguato alle nuove esigenze e ai tempi. Il primo passo per rimettersi sul mercato professionale, dunque, passa proprio dal cv che rappresenta sempre un biglietto da visita e dunque va curato a dovere.
Come si riscrive il cv
Il primo consiglio è quello di modificare il documento: «Il vecchio CV deve diventare il nuovo CV. Deve prevedere un restyling che dimostri la capacità di sapersi adattare alle nuove forme di comunicazione e deve risultare chiaro e puntuale negli elementi chiave», suggerisce Portolano. «Naturalmente è bene che contenga tutte le informazioni utili ad essere raggiunti in qualunque spazio, sia esso online che offline».
Account social: sì o no?
«Oggi i social rappresentano uno dei principali touchpoint (punti di incontro, NdR) tra aziende e talenti. Il consiglio è quindi quello di esserci, ma esserci non basta. Bisogna saper utilizzare il giusto tono di voce e costruire il proprio profilo nel modo più efficace, mantenendolo aggiornato. Il tipo di social da prediligere varia molto in funzione del tipo di professione ricercato. In linea di massima LinkedIn rappresenta un riferimento importante per organizzazioni e recruiter, essendo nato proprio con lo scopo di creare connessioni professionali».
I punti chiave del curriculum
Sono sempre gli esperti Randstad a suggerire anche cosa valorizzare e “ritoccare”, consigliando per esempio un’introduzione accattivante; l’utilizzo di parole chiave pertinenti per i motori di ricerca; strutturare il cv in sezioni chiare, con brevi paragrafi descrittivi e collegamenti a progetti o portfoli online. Molto importanti sono anche la veste grafica, che agevoli la lettura anche su dispositivi diversi tra loro, e l’aggiornamento del documento. Più facile a dirsi che a farsi, ma esistono alcuni programmi che possono aiutare nella compilazione del curriculum.
I programmi utili per scrivere un curriculum
Oltre al classico Microsoft Word, che consente di inserire anche immagini (selezionare Modelli predefiniti), anche Google Docs offre alcuni modelli da poter utilizzare e personalizzare. Ci sono poi anche Pages, LibreOffice, Adobe InDesign e LinkedIn stessa. Pages, per esempio, è un’applicazione sviluppata da Apple con modelli predefiniti, strumenti di formattazione avanzati, la possibilità di inserire immagini, grafici e tabelle, e la compatibilità con il formato di Microsoft Word. LibreOffice è uno strumento gratuito e open source per l’ufficio e prevede anche la possibilità di creare documenti come cv, come InDesign, molto utilizzato nell’editoria e nel design grafico professionale.
Il colloquio: come presentarsi
Uno dei maggiori dubbi, per le over e gli over 50, è come presentarsi al colloquio, una volta convocati. Insomma, è meglio puntare su un’immagine giovanile oppure parlare apertamente della propria età in termini di esperienza, senza timore che il dato anagrafico figuri come un “limite”? «La regola numero uno è, a mio avviso, essere se stessi sempre. L’importante è ricordarsi di valorizzare i propri elementi distintivi (come l’età, il territorio di appartenenza, il settore di provenienza, etc.) come punti di forza e mai come aspetti deboli», dice l’esperta di Randstad.
L’età come punto di forza (ed esperienza)
«L’età – prosegue Portolano – non è assolutamente un elemento negativo; è espressione di maturità, esperienza, serietà, voglia di rimettersi in gioco, resilienza e affidabilità. A seconda di come raccontiamo di noi, la stessa cosa può assumere valenze positive o negative. Importante, prima di qualsiasi cosa, è credere davvero in se stessi e nel valore che possiamo apportare. Tutto il resto verrà da sé». Insomma, nessun timore di presentarsi per ciò che si è, né si deve provare imbarazzo anche quando magari non si è più giovanissimi o quando – cosa che accade di frequente se si è over 50 – il proprio recruiter è più giovane!
Altri consigli utili
Se, come consigliano gli esperti, è bene unire al cv una lettera di accompagnamento nella quale ci si dimostra appassionati e determinati, è poi buona norma confermare questo atteggiamento anche in fase di colloquio di persona. «Consiglio a tutti i professionisti maturi di guardare al mercato con la certezza che il mercato li stia cercando. Le aziende faticano tutti i giorni a trovare professionisti motivati, con esperienza, che vogliano investire in un progetto comune», sottolinea Portolano.