Un video intimo che finisce nelle chat di classe, dei genitori, degli amici. Dei colleghi. Un incubo capace di sconvolgere vite e mandare in tilt famiglie, equilibri tra genitori e figli, lavoro. Sono le tante sfumature della pornografia non consensuale, che siamo abituati a chiamare revenge porn e a inquadrare come la vendetta di un (a) ex partner. Ma c’è molto di più.
Pornografia non consensuale: molto più del revenge porn
Lo racconta bene la seconda stagione della serie Nudes (su RaiPlay): nove episodi per tre storie dove i registi, Laura Luchetti e Marco Danieli, affrontano le fragilità dei rapporti tra genitori e figli, esposti alla pubblica gogna proprio a causa della diffusione di materiale intimo. «Un grande dolore o delusione o gelosia va gestito e non sfogato sui social. Come la stanza di decompressione per i sommozzatori, servirebbe un momento di riflessione: invece oggi non c’è spazio per il pensiero, scatta subito l’azione. E non c’è ritorno» commenta Laura Luchetti. «Solo l’educazione può aiutarci».
Il revenge porn può colpire tutti
Gli episodi raccontano tre vite bruciate dalla condivisione di video intimi: dal professore all’allenatore alla professionista. L’obiettivo è mostrare come il revenge porn possa colpire tutti noi, anche adulti, anche uomini. «Il fenomeno è trasversale, riguarda tutte le età e classi sociali ed entrambi i sessi, perché la mancata percezione del disvalore di questi atti, è generale. Occorre imparare a capire che il digitale è reale e che condividere foto e video di una persona svestita è un reato grave, punito anche con il carcere» spiega Nicole Monte, vicepresidente dell’associazione Permesso Negato che supporta le vittime di diffusione non consensuale di materiale intimo, e che ha partecipato all’ideazione di Nudes. «Dobbiamo capire che l’ambiente digitale fa ormai parte di noi e che possiamo distruggere la vita di altre persone con un semplice click. In tv stanno passando spot per insegnare a difenderci dalle truffe telefoniche, perché non si fa lo stesso per reati legati al digitale?».
Pornografia non consensuale: come proteggere le nostre immagini
Ma è importante anche difenderci dal rischio di cadere vittima di organizzazioni criminali, che utilizzano le nostre immagini per ricattarci o le immettono nel dark web. Difficile poi rintracciarle».
Come possiamo quindi proteggere le nostre immagini da questi rischi? I consigli di Permesso Negato:
– Tenere i profili social privati così, se conosciamo qualcuno su altri canali, non ha accesso alla nostra lista di amici
– Per i contenuti intimi non mostrare il volto, in modo da evitare di essere riconosciuti (e quindi ricattabili)
– Oltre al volto non mostrare parti riconoscibili (cicatrici, voglie, tatuaggi) e utilizzare uno sfondo neutro
– Prediligere canali/chat protetti (ad esempio FaceTime avvisa se qualcuno fa uno screenshot, altri no)
– Evitare chat/video/call erotiche con sconosciuti o persone conosciute su internet la cui identità non sia sicura
– Fare attenzione ai fake account i (creati da poco e/o con poche interazioni)
– Stare in guardia da soggetti/account che vogliono subito passare alla video chat erotica.