Sento spesso genitori in preda all’ansia chiedere: «Come vedete mio figlio? Parla con voi? A casa è muto, sempre chiuso in camera sua con uno sguardo assente che mi preoccupa».
Ansia: anche a scuola se ne parla
Anche a scuola i primi giorni dell’anno nuovo sono dedicati alla lista dei buoni propositi. Per le ragazze e per i ragazzi più espansivi è facile: studiare di più per avere l’estate libera dai debiti e più tempo per gli amici, trovare l’amore, quello vero.
C’è chi sembra tranquillo
Ma in ogni aula ci sono anche desideri che urlano di più, quelli di chi risponde «Non saprei, io non ne ho». Eppure, chi risponde così, i desideri li ha dentro, eccome, ma incatenati dall’ansia.
Alcuni ragazzi sembrano apatici
Chi risponde così solitamente ha un volto indifferente, sbadiglia spesso perché dorme male, è annoiato e apatico. All’apparenza. A guardarlo dentro ha solo un cuore che si difende con forza dall’uragano delle nostre aspettative.
In realtà sono per lo più inquieti
Se ci fermiamo a pensare la parola a-patia è di per sé già uno scudo: indica l’atteggiamento di un’anima che non si concede di provare la turbolenza (e la bellezza) delle passioni, un’anima che soffoca la sua inquietudine.
Come si può combattere l’ansia
Un figlio apatico è come se fosse anestetizzato, parola che etimologicamente indica la mancanza di sensibilità al piacere e al dolore. Non sarebbe allora naturale svegliarlo dall’anestesia con tempi adeguati e con gentilezza?
Bisogna stargli vicino
Noi siamo importanti, quando siamo adulti in grado di affiancare socraticamente (con molto ascolto e molto dialogo) i nostri figli e ci permettiamo persino di guardarli sbagliare. E, soprattutto, regaliamo loro una parola molto importante e di cui spesso sottovalutiamo la portata: piacersi.
Insegnare ai ragazzi a piacersi per combattere l’ansia
Piacere a se stessi è il lavoro di una vita intera ma si comincia passo per passo, ogni volta in cui si crea anche la più piccola occasione. Quale può essere il primo passo?
Incoraggiarli ad affrontare le paure
Affrontare una paura. Che si tratti di un’interrogazione in cui non ci si è preparati abbastanza o un appuntamento che ci intimidisce, il solo gesto di averlo affrontato fa sentire meglio. Forse più del risultato.