Anche un ex marito che non paga o paga di meno il mantenimento dei figli mette in atto una forma di violenza. Tradizionalmente, leghiamo la violenza domestica a un contesto di maltrattamenti fisici e psicologici, ma esiste anche la violenza economica: quando l’uomo per esempio arriva a controllare il denaro che la donna spende, a farle lasciare il lavoro, a ridurla in condizione di dipendere economicamente da lui.
Quando l’ex non paga gli alimenti
Ma può trattarsi di violenza anche quando un genitore non paga gli alimenti previsti per i figli dopo la separazione o il divorzio. Innanzitutto, è un reato. «La violazione degli obblighi di assistenza familiare è prevista dall’art. 570 del codice penale» spiega l’avvocata Cinzia Calabrese. «In ambito civile, si può agire con un atto di precetto per recuperare quanto dovuto, oppure chiedere direttamente al datore di lavoro del genitore che non paga di detrarre le somme dalla busta paga, se si tratta di un lavoratore dipendente; oppure ancora si può pignorare il conto corrente. Tutte iniziative che compie l’avvocato della donna».
Ottenere i soldi non è automatico
Non è così automatico però ottenere i soldi. «Spesso la donna non ha i riferimenti del conto corrente dell’ex marito, ancora più difficile se si tratta di libero professionista che non ha, quindi, un datore di lavoro a cui rivolgersi. Si verifica sovente che il coniuge debitore “alleggerisca” il conto bancario per sottrarsi al pagamento, magari contestandolo con la madre o un fratello. Con la riforma Cartabia, si è cercato di escludere questa forma di elusione. Adesso, quando nelle separazioni, nei divorzi e nella cessazione delle convivenze tra genitori non sposati vi sono figli minori o domande economiche, le parti sono obbligate a depositare, oltre alla dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, gli estratti dei conti correnti – anche cointestati – degli ultimi tre anni. Così diventa più difficile per il padre dei bambini non pagare quanto dovuto».
La donna deve avere il suo avvocato
È importante però che la donna abbia un proprio avvocato. «Capita spesso che i coniugi provino a separarsi o a divorziare con lo stesso professionista, in genere scelto dall’uomo; ciò espone la donna al rischio di non veder tutelati al meglio i propri diritti» conclude l’avvocata. «Conviene quindi che in ogni procedimento, anche consensuale, ciascuna parte abbia il proprio avvocato per la verifica della condizione economica, reddituale e patrimoniale dell’altra parte».
Solo il 58% delle donne ha un conto corrente intestato personalmente, il 12,9% ne ha solo uno intestato con il partner o altro familiare, e il 4,8 non ne ha uno, neppure cointestato (dati Global Thinking Foundation)
L’appello contro il femminicidio di massa del 7 ottobre
Il 7 ottobre 2023 le donne non sono state uccise come gli altri civili durate l’attacco di Hamas a Israele. Sono stat sottoposte a violenze di gruppo ed esibite nude nelle strade. Se credi che la vita di ogni donna abbia un valore, puoi firmare l’appello “Non si può restare in silenzio” per dichiarare femminicidio di massa l’orrore del 7 ottobre.