Chi l’ha detto che i giovani non hanno voglia di mettersi in gioco e cercare lavoro? In una società che sta cambiando rapidamente, semplicemente anche i mezzi tramite i quali trovare nuovi sbocchi sembra che stiano cambiando, come dimostra il successo dell’hashtag #worktok, che viene sempre più usato su TikTok per lo scambio tra domanda e offerta in campo professionale. La piattaforma, inoltre, sembra essere il luogo ideale dove anche i giovani imprenditori della Gen Z possono trovare spazio.
Cos’è il Worktok
Dopo il BookTok, si afferma il WorkTok: insomma, dalle recensioni dei libri tramite TikTok, ormai canale privilegiato anche per questo genere di attività, non poteva che arrivare un uso nuovo della piattaforma social, amata dai giovanissimi e non solo. Si tratta della ricerca di lavoro, che passa da hashtag ormai noti agli utenti, soprattutto di giovanissimi, della Generazione Z, ma non mancano adulti anche Millennials.
Come trovare lavoro su TikTok
Tra un reel e l’altro, si trovano indicazioni utili per scrivere una lettera di presentazione o motivazionale, ma anche video nei quali gli influencer del settore spiegano quali sono i lavori più ricercati e pagati, o come fare carriera raggiungendo una posizione più elevata. Sul social, specchio a suo modo della società, c’è spazio anche per racconti su come bilanciare l’ambito professionale con quello privato, oppure sulle giornate-tipo (spesso intitolati «a day in the life of…») di diversi lavoratori che possono ispirare chi li guarda o indirettamente fornire uno spaccato di come e cosa si prova a svolgere determinate mansioni. Ma soprattutto si trovano offerte e domande di lavoro.
Worktok: gli hashtag da seguire
«Alcuni hashtag da tenere d’occhio per trovare lavoro e affermarsi nel mondo dei social includono #JobSearch per le opportunità lavorative e #CareerAdvice per suggerimenti professionali. Hashtag come #ResumeTips e #InterviewTips sono utili per migliorare il curriculum e prepararsi ai colloqui. Per chi invece cerca posizioni specifiche, #SocialMediaJobs e #DigitalMarketing possono rivelarsi preziosi. Ciò che conta però per chi vuole fare impresa è trovare quella nicchia di TikTok che parla di startup, impresa e tecnologia e seguire i creator anche internazionali che possono dare degli ottimi spunti di crescita», spiega Giulia D’Amato, co-founder di Startup Geeks, incubatore online che aiuta a creare una start up o impresa privata.
Worktok: non solo Gen Z
Più che di influencer veri e propri, dunque, in questo caso si tratta di “career coach”, più o meno improvvisati, che però possono anche aiutare a trovare nuovi sbocchi, e non solo per i più giovani. «Anche i Millennials possono sfruttare al massimo le potenzialità delle piattaforme come TikTok e Instagram per avviare nuovi lavori o imprese – conferma D’Amato – Questi strumenti permettono di promuovere prodotti, creare community e raggiungere un pubblico globale, indipendentemente dall’età. Come la Gen Z, anche i Millennials possono beneficiarne per testare idee imprenditoriali, ottenere feedback immediati e far crescere rapidamente il loro business. La tecnologia e i social media rendono l’imprenditorialità accessibile a tutti, non solo ai più giovani».
Partire dai “side jobs”
Uno dei modi concreti per farlo è partire dai cosiddetti “side jobs”: «Si tratta di un’attività che si sviluppa parallelamente al lavoro principale, permettendo di testare un’idea imprenditoriale senza rinunciare a una fonte di reddito stabile», spiega la co-founder di Startup Geeks, che consiglia, infatti, di non lasciare subito il proprio lavoro quando si vuole avviare una nuova attività. «È certamente un modo per esplorare e validare il proprio progetto, ma con meno rischi», spiega D’Amato. «Il nostro percorso di incubazione online, per esempio, viene svolto ogni anno da più di 2.000 persone che hanno un’idea, ma che stanno ancora facendo il loro lavoro primario (sia dipendenti che liberi professionisti). L’obiettivo è capire se l’idea che hanno in testa può diventare un’impresa minimizzando i rischi».
Il grande passo verso un nuovo lavoro
Una volta avviata la nuova attività, quindi, occorre seguire alcuni passaggi-chiave. «Noi diciamo sempre che innanzitutto è importante validare l’idea, cercando di capire se esiste una domanda reale per il prodotto o servizio anche raccogliendo feedback dai possibili clienti per perfezionare l’offerta. È utile, poi, gestire il proprio tempo con disciplina, bilanciando il lavoro principale e il side job. Infine automatizzare e ottimizzare i processi per far crescere l’attività fino a renderla sostenibile come impiego a tempo pieno», spiega l’esperta. Un percorso non facile, certo, ma che spesso è supportato dall’entusiasmo e dalla passione che si mette in una nuova avventura.
La Gen Z e Worktok
In questo senso i nuovi social e TikTok in particolare possono aiutare molto. Da un sondaggio pubblicato dalla piattaforma EduBirdie a fine 2023 e condotto su 2.000 giovani statunitensi, emerge come il 70% dice di rivolgersi a TikTok per consigli sulla carriera professionale; il 71% lo considera un canale affidabile e poco meno della metà (il 48%) lo ritiene utile per trovare lavoro o migliorare il proprio stipendio. «TikTok è uno strumento efficace anche per gli imprenditori, soprattutto quelli più giovani, perché permette loro di raggiungere un vasto pubblico, testare prodotti e crescere rapidamente con contenuti virali e autentici, senza grandi budget», spiega ancora l’esperta.
Come sfruttare TikTok per “cambiare vita”
Dall’osservatorio di Startup Geeks, per esempio, è stato visto «che può essere utilizzato sia per analizzare le tendenze emergenti prima di avviare una startup, sia come strumento promozionale dopo la sua creazione, trasformando idee innovative in business concreti e creando una community intorno al brand». In effetti in molti si rivolgono a TikTok per “cambiare vita”. Come emerge da altre ricerche, infatti, oltre 7 utenti su 10 naviga sul social perché vorrebbe migliorare il proprio equilibrio tra vita privata e lavoro, tra impegni e tempo libero. Da questo punto di vita i più sensibili sembrano i giovani della Gen Z.
L’opportunità di diventare imprenditori
Secondo un’analisi condotta da Morning Consult e Samsung, questa fetta di popolazione ha anche un forte spirito imprenditoriale, con il 50% che ogna di aprire una propria impresa, in modo da essere più svincolato rispetto al vecchio schema del posto di lavoro fisso o comunque da dipendente. Lo ha confermato di recente Roberta Katz del Center for Advanced Study in Scienze Comportamentali dell’Università di Stanford, secondo cui i ragazzi privilegiano flessibilità, autenticità e leadership non gerarchica, senza dimenticare l’impegno a favore di altri e la creatività. Un riscontro in Italia arriva anche da Startup Geeks, che ha individuato 5 giovanissimi imprenditori che sono riusciti a fare la differenza anche grazie all’aiuto dei social media.
I consigli degli esperti
Tra questi ci sono Martina Strazzer, 19enne fondatrice del marchio di gioielli Amabile, che dà lavoro a 15 under 30 e che conta ben 670mila follower su Instagram e 1,5 milioni su TikTok; Camilla Clemente, 22 anni, creatrice di A-More, un community brand nato su TikTok; Luca Santeramo aka Sante, classe 1998, content creator e imprenditore digitale con 254 mila follower su instagram, fondatore di 545, nato come un semplice merchandising legato alla sua immagine e in poco tempo cresciuto fino a diventare un vero e proprio brand; Angelica Siciliani Fendi (alis Angie Tutorials), classe 1996, content creator e coach; e Carmen Fiorito (NewMartina con 8 milioni di followers su TikTok), che a 25 anni ha trasformato il suo piccolo negozio di vendita di cover, accessori e installazione di pellicole per smartphone in un’azienda che fattura milioni.
I consigli degli esperti
Una buona idea, supportata dai consigli adeguati, quindi, può permettere di trovare la propria strada anche sui social. «Con il programma Startup Builder, ad esempio, gli aspiranti imprenditori possono usufruire online di mentorship personalizzata e formazione pratica al fine di testare il potenziale del progetto e lanciarlo in poche settimane – conclude D’Amato – Oppure attraverso il programma Startup Booster, un percorso di pre-accelerazione, dove i progetti imprenditoriali vengono supportati nella crescita sul mercato e al fine di ottenere gli investimenti necessari per scalare rapidamente».