Croce e delizia dei social media, gli hashtag sono molto più di parole casuali scritte con il simbolo cancelletto.
Che cosa sono
Prima di entrare nel vivo del discorso, è bene comprendere di cosa si tratta. Secondo definizione, gli hashtag sono etichette che indicano gli argomenti specifici.
Sono molto utili nei social media, infatti sono in uso su Twitter dal 2007, mentre su Facebook hanno “debuttato” nel 2013.
Il termine deriva dall’unione delle parole inglesi: «Hash», che significa cancelletto (quello delle tastiere) e «Tag», che in italiano si traduce con «etichetta».
L’hashtag è composto dal simbolo cancelletto #, seguito (senza spazi) dalla parola chiave. Se si tratta di due parole, vanno scritte attaccate.
A cosa servono
Da definizione, gli hashtag sono etichette generiche che associano le parole chiave ai contenuti pubblicati sui social media. La loro funzione, quindi, è quella di raggruppare contenuti in base all’etichetta. Servono per indicare l’argomento di un post e aggregare più contenuti. Marcare un post con uno (o più) hashtag fa sì che il post in questione venga visualizzato nell’insieme di tutti i post raggruppati da quella parola chiave. Inoltre permette la ricerca di tutti i contenuti correlati a quell’hashtag specifico.
In generale, quindi, gli hashtag permettono di raccogliere tutti i post relativi a un tema specifico in un’unica pagina archivio.
Per comprendere l’uso degli hashtag sui social, ecco un esempio semplice. Stai pubblicando la foto di un gelato su Instagram; nella descrizione puoi inserire le parole chiave «#gelato» e «#icecream» (in inglese). In questo modo, hai usato due parole chiave che identificano il contenuto del tuo post, che quindi comparirà nella ricerca secondo la parola chiave «#gelato».
Le regole base per l’uso sui social
L’utilizzo cambia in base al social media utilizzato, tuttavia esistono tre regole base da seguire e utilizzare su ciascuna piattaforma.
Scegliere parole pertinenti
Prima di tutto, per trarre vantaggio dall’utilizzo degli hashtag, è importante considerare non la quantità. Meglio poche parole chiave, ma pertinenti. Usare una serie di hashtag generici e/o scollegati dal contenuto non aggiunge valore al post, ma potrebbe perfino essere controproducente.
Con parole chiave generiche, infatti, i post si perdono nella moltitudine di altri post più popolari, identificati con la stessa parola chiave.
È meglio quindi imparare a selezionare hashtag di media – alta portata e, soprattutto, collegati al contenuto.
Quanti per ogni post?
Non c’è una risposta univoca sul numero di hashtag da inserire in un post, perché dipende dalla piattaforma in questione.
A parte Instagram che ha stabilito un numero massimo di 30 all’interno di un’unica didascalia, non esiste un limite prefissato negli altri social media. Come detto prima, tuttavia, le cascate di hashtag sono inutili.
Su piattaforme come Facebook o Twitter ad esempio, utilizzare 1 o 2 hashtag pertinenti è più che sufficiente per identificare l’argomento. Su Instagram, invece, non serve raggiungere per forza il limite dei 30. Al contrario, è stato rilevato che tenersi su 10 o 11 hashtag paga molto di più, purché le parole chiave siano pertinenti.
Controllare le parole chiave
Soprattutto su Instagram, esistono i cosiddetti hashtag spam, che invece di dare valore al post, rischiano perfino di penalizzarlo.
Ecco perché è importante riflettere su quali hashtag usare per il post: devono essere collegati a contenuti di valore e che non sviliscano il vostro.
Anche l’ortografia della parola va controllata: una parola chiave scritta di fretta e sbagliata è inutile e, anche in questo caso, è perfino controproducente.
Come usarli su Twitter
In un certo senso, gli hashtag sono nati con Twitter, in cui ancora oggi sono molto utili, poiché rappresentano l’unico sistema disponibile per categorizzare gli argomenti e permettere la ricerca del topic.
Sulla piattaforma, infatti, la funzione “Esplora” consente di individuare facilmente quali sono gli argomenti più in voga e la portata della discussione. Questo, naturalmente, facilita anche l’identificazione della parola chiave più adatta.
Su Twitter, ogni post (tweet, per la precisione) ha un limite di 280 caratteri (prima erano solo 140!), limite che obbliga gli utenti a essere concisi e diretti. Questo comporta anche una maggiore attenzione sul numero di parole chiave da includere nel testo. Secondo le raccomandazioni degli esperti, è meglio utilizzare da 2 a 5 hashtag, anche se pare che la miglior efficacia di un tweet si ottenga con un massimo di due.
Come usarli su Instagram
Instagram, così come Pinterest, sono social media che si basano sulle immagini, per cui l’utilizzo degli hashtag è praticamente fondamentale per l’efficacia dei contenuti pubblicati.
Come è stato detto prima, Instagram consente un massimo di 30 hashtag, ma la scelta migliore è non superare le 10-11 parole chiave al massimo.
Il consiglio per una strategia che raggiunga più utenti possibili è di utilizzare gli hashtag in modo bilanciato, scegliendo tra quelli molto popolari, mediamente popolari e, infine, quelli di nicchia. In questo modo vengono coperti gli argomenti di maggiore popolarità, ma anche quelli più specifici.
Come usarli su Facebook
L’utilizzo di hashtag su Facebook è un po’ controverso, nel senso che nel corso degli anni gli addetti ai lavori non l’hanno reputato molto efficace.
Secondo gli esperti, le parole chiave rappresentano una distrazione per l’utente, sia che siano collocati alla fine del post, ancora peggio all’interno del testo.
È anche vero che, nel caso delle pagine aziendali, l’inserimento di parole chiave pertinenti può essere una buona strategia. Gli hashtag possono mettere in risalto l’argomento di discussione, catturare l’attenzione quando si scorre velocemente la timeline, e contribuire al posizionamento nelle ricerche per argomento.