Arisa e la body positivity: chi ha detto che essere belle è per forza una questione di parametri estetici imposti dall’alto? Con il suo nuovo scatto Instagram la cantante, arrivata decima al Festival di Sanremo con Potevi dare di più, è di nuovo sulla bocca di tutti. Ancora una volta, sono le sue foto a parlare e diffondere il più bello dei messaggi: la positività è contagiosa. E così dev’essere!
Tutto il resto, malelingue comprese, non possono e non devono trovare spazio nella nostra vita quotidiana. Arisa, insieme a tante altre paladine, ci spiega a parole sue cosa vuol dire imparare ad amarsi senza farsi influenzare da chi non riesce o non vuole capire.
Arisa e la body positivity: “perfetta a modo mio”
Arisa ha pubblicato un magnifico scatto vedo-non-vedo dove il suo corpo morbido viene messo in risalto da una pioggia di catenelle metalliche. Nella descrizione, un messaggio che dovremmo ripeterci tutte le volte che ci capita uno di quei giorni. Sì, uno di quei giorni in cui ripudiamo la nostra immagine allo specchio, o trascorriamo ore a tentare di cancellare un difetto – vero o presunto – da una foto che vogliamo pubblicare sui social.
“Ma sai che c’è? Ci sono cose che non potrai fare mai più… Il tempo passa e chissà come andrà a finire, ma qui e ora sono questa,” scrive Arisa. “Basta vergogne e interrogativi, basta se, basta ma… Mi voglio celebrare e ringraziare i miei genitori che mi hanno fatto bella, perfetta a modo mio”.
Che importanza ha se vogliamo utilizzare un filtro? Che importanza ha se vogliamo mostrarci al naturale, libere da ogni dettame? Quello che conta è amarsi oggi stesso, subito. Amare le se stesse di ieri è facile, amare la noi stessa di domani è una promessa – e tanto vale. Amarsi oggi, perdonarsi ogni piccola perfetta imperfezione, celebrare i propri punti di forza: questa è la quintessenza della body positivity.
Una lotta all’odio, insomma, e in particolare contro tutte le parole crudeli che vengono rivolte, spesso con troppa leggerezza, alle donne. A noi donne. Poiché se sui social si esige sempre la perfezione, ebbene, il concetto di perfezione non esiste: ognuna di noi è già perfetta a modo suo. Oggi. Adesso. Subito!
Imparare ad amarsi e ad accettare i complimenti
Poco più di un mese fa, Arisa aveva colto una precedente occasione social per scattare un paio di foto al suo generoso décolleté. “Quando ero piccola il mio seno era un grande problema. Stasera mi guardavo allo specchio e pensavo a quanto mi piace adesso. È meno tonico di quando avevo 20 anni, e ha qualche smagliatura che adesso trovo deliziosa. Ho incontrato un uomo capace di ripetermi che sono bella un milione di volte al giorno, e ho imparato dalla mia storia precedente che i complimenti non vanno rifiutati. In più Andrea adora la mia pancia, e quando sto per arrabbiarmi mi fa ridere.”
Ho bisogno di qualcuno che mi faccia sentire bella perché mi affranca del dubbio di non esserlo, ed è un problema in meno. Sentirmi a posto mi fa sentire più sicura di amarmi e di amare. Tutto il contrario di ciò che ci raccontiamo. E non parlo solo di un ipotetico partner. Tempo bello da passare con le amiche, persone di famiglia, gente con cui ci si trova bene. Il tempo che stringe, abbine cura. C’è tanto da vivere. Vi piacciono le mie tette?”
Un inno alla vita, un tocco di leggerezza, un invito a non farsi trascinare a terra dalle critiche. C’è così tanto da vivere e da godere, che lo spazio per le offese gratuite è finito da un pezzo.
Arisa e la body positivity: sentirsi sbagliate depotenzia il nostro valore
Già a ottobre del 2020 Arisa aveva pubblicato un forte messaggio di body positivity sui social, ammettendo al mondo di aver rinunciato ufficialmente a trucchi e interventi chirurgici. Nel post, la cantante si rammaricava di aver perso tempo a inseguire un ideale di bellezza impossibile da raggiungere. Per cercare “di sistemare il suo corpo”. Come se essere se stesse fosse una cosa sbagliata e pericolosa.
“Un essere umano è quello che è, quello che dà o quello che appare? Ogni problema diventa un problema se gli permettiamo di esistere”, scrive la cantante. “Quando portavo gli occhiali e il caschetto mi sentivo me stessa, ma la gente per strada mi prendeva in giro, si permetteva di fare apprezzamenti veramente pesanti sul mio aspetto fisico. Per non parlare del “ci è o ci fa?” che mi ha fatto sentire sbagliata fin dall’inizio della mia avventura”.
E poi ancora: “Da bambine dobbiamo essere accettate da nostro padre e non dare troppo fastidio a nostra madre che è una donna come noi problemi annessi, adolescenti dobbiamo passare l’esame della classe, dei primi flirt, delle amiche fighe che decidono se siamo all’altezza di stare nel gruppo. Poi: vogliamo parlare del mondo del lavoro? È ora di svegliarsi. Sentirci sbagliate ci rende ottime acquirenti. Depotenzia il nostro valore; ci divide e il mondo va a rotoli. Amiamoci per quello che siamo. Siamo Vita.”
Ancora una volta, Arisa lancia un messaggio sulla body positivity che fa riflettere e che speriamo aiuti tante ragazze, donne, che si sentono inadeguate. Contro il peso di una cattiveria, dobbiamo imparare a rispondere con la leggerezza di vivere. Ci sentiamo attaccate dalle offese solo quando noi, al primo posto, nutriamo dubbi simili. È giunto il momento di sbarazzarsene.
Solo così si possono mettere al loro posto le critiche gratuite: nel bidone dell’immondizia!