La parola Epifania deriva dal greco epiphaneia (manifestazione), e da cui a sua volta, deriva la parola Befana. La Befana è raffigurata da una vecchia con il naso grosso ed adunco, i vestiti rattoppati e sporchi di fuliggine, il mento pronunciato, una bocca con pochi denti, i capelli bianchi o grigi, e, certe volte, con un cappello appuntito, simile a quello delle streghe. In alcuni casi vista come una strega malefica, nella tradizione è una vecchina brutta ma simpatica, che porta dolci a balocchi a chi si è comportato bene, e carbone a chi, invece, è stato birichino, volando sulla sua scopa per i tetti di tutto il mondo, la notte tra il 5 e il 6 Gennaio.
Le origini cristiane di questa festa si collocano nell’anno della nascita del Bambin Gesù. I Re Magi, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, che andavano alla grotta per portare al neonato oro, incenso e mirra, si fermarono a chiedere indicazioni ad una vecchina che non seppe aiutarli. Allora, le chiesero se voleva andare con loro a salutare Gesù, ma la vecchina si rifiutò di seguirli. Pentitasi di non essere andata con loro, si mise in viaggio per seguirli e distribuì doni a tutti ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di loro fosse Gesù.
La Befana: eventi e tradizioni
Da allora, lei per redimersi, continua a portare doni a tutti i bambini. In realtà non si sa con certezza da dove derivi questa festa, sicuramente, però la Befana comincia a dar traccia di se intorno al 1200. Forse l’epifania deriva da elementi folcloristici precristiani, relativi all’inizio dell’anno, o forse è collegata a riti romani Sigillaria, in onore del dio Giano (da cui probabilmente deriva la parola Gennaio) e della dea Strenia (da cui deriva la parola strenna). In varie parti del mondo il suo culto è associato sia alla Dea genitrice primordiale che alla dea antenata custode del focolare. È usanza in alcune parti dell’Italia e del mondo, bruciare il 6 Gennaio un fantoccio raffigurante una vecchia, che racchiude in sé due facce della stessa medaglia, passato e futuro. Bruciare il fantoccio, indica distruggere e liberarsi del vecchio, per essere pronti ad accogliere il nuovo.
In poche parole, il 6 Gennaio, festeggiamo l’arrivo dei tre Magi alla grotta, tant’è che in Francia è usanza fare la “Gallette des Rois”, una torta di cui la ricetta cambia a seconda delle zone.
Epifania: dove nasce e come si festeggia?
La particolarità comune, è che all’interno viene inserito un seme; la torta verrà divisa per il numero degli invitati, più uno. Chi troverà il seme nella propria fetta, verrà eletto re o regina della festa. La parte in più è detta “parte del Buon Dio”, poiché è destinata al primo povero che busserà alla porta. Il seme può essere fatto di vari materiali, anche d’oro.
In Italia, la tradizione vuole che i bambini mettano le loro calze accanto al camino, e che la Befana venga durante la notte tra il 5 e il 6 Gennaio per riempirle di ogni tipo di leccornia, o nel caso più spiacevole, di carbone.
Make-up da befana: puntare anche alle ciglia e alle sopracciglia
Tutt’ora, questa è una festa molto sentita, e l’usanza di regalare calze piene di dolciumi ai bimbi è praticata. Per chi vuole confezionare una maxi calza con le proprie mani, si scrive di seguito cosa occorre:
2 m di stoffa del colore che si vuole
1 rocchetto di filo per cucire dello stesso colore della stoffa
1 m di stoffa per la banda superiore di un colore a scelta di 15 cm di larghezza
1 rocchetto di filo per cucire dello stesso colore della banda
1 m di nastro colorato
1 ago
1 pennarello
1 paio di forbici