Sarcastica e appassionata di gossip è la Regina Charlotte, uno dei personaggi di “Bridgerton”, la serie multietnica e multiculturale più seguita su Netflix. Interpretata dall’attrice inglese Golda Rosheuvel con il suo sguardo indagatore e l’imponente presenza ha conquistato il cuore di milioni di telespettatori, tutti pazzi della prima stagione. Lontana dall’aplomb inglese della più nota sovrana Regina Elisabetta II, scopriamo la vera storia della prima monarca nera britannica: dalla carnagione al coraggio.

Bridgerton e Race: la precisione storica

Ambientata nella Londra Regency della prima metà dell’Ottocento, “Bridgerton” racconta la vita di corte, tra scandali e debutti in società di altolocate fanciulle da maritare, passioni amorose e nobili libertini. Tratta dal primo romanzo dell’omonima serie di Julia Quinn (“Il duca e io”, edito da Mondadori) e prodotto dalla sceneggiatrice afroamericana Shonda Rhimes – la creatrice di Grey’s Anatomy – fin dalla sua prima apparizione la Regina Charlotte ha rilanciato le voci sulla questione delle origini africane della Royal family, mai riconosciute pubblicamente e tornate di attualità.

Nel racconto in costume, l’iconico personaggio dalle parrucche esagerate e gli opulenti abiti, è un’accanita lettrice delle cronache di Lady Whistledown. Perspicace manipolatrice indirizza, a suo piacimento, le vite di Lady e Lord della società londinese. Ma è realmente esistita? Assolutamente sì. Consorte di Giorgio III, si chiamava Sophia Carlotta di Meclemburgo– Strelitz e aveva degli antenati afroamericani. Amata dai suoi sudditi, regnò dal 1761 al 1818, ed è stata il primo membro bi-razziale della famiglia reale inglese, anche se da Buckingham Palace nessuna dichiarazione in merito è stata mai espressa in tutti questi secoli.

Quanto c’è di vero nel racconto di Bridgerton?

La vita della vera regina Charlotte ha ispirato il personaggio di “Bridgerton” e lo stesso regista della serie, Chris Van Dusen che ne ha tracciato un racconto vibrante di inclusione e integrazione senza distinzioni razziali. E proprio dalle origini miste della regina Charlotte che nasce l’idea di elevare la comunità afroamericana elargendo titoli nobiliari, dimore e terre, come accade al Duca di Hastings, Simon Bassets, l’affascinante protagonista maschile interpretato dall’attore dello Zimbabwe, Regé-Jean Page.

La vita e le origini miste della Regina Charlotte

Nata il 19 maggio 1744, Carlotta divenne regina di Britannia e Irlanda dopo aver sposato, nel 1761 a Londra, Re Giorgio III, poi diventato noto successivamente per i suoi disturbi mentali. Tra loro scattò subito un colpo di fulmine e si sposarono appena sei ore dopo il loro primo incontro. La coppia ebbe in tutto 15 figli, tra cui re Giorgio IV e il principe Edoardo Augusto, il padre della regina Vittoria.

Secondo alcuni storici, che hanno studiando la reale genealogia, The Queen era indubbiamente mulatta. Tanto che una sua effige sarebbe stata usata dagli abolizionisti come elemento di forza a sostegno della fine della schiavitù anche nelle Colonie. Non solo, la regina Carlotta discendeva da un ramo di origine africane della famiglia reale portoghese. Sembra che Re Alfonso III di Aragona ebbe tre figli da una concubina di colore.

È lo storico Mario De Valdes y Cocom ad indagare per primo sull’ipotesi delle origini afroamericane della regina Carlotta. Osservò alcuni suoi ritratti, notando che presentavano un tono della pelle più scuro e i capelli ricci. Tra i dipinti che la ritraggono anche quello del pittore Allan Ramsay, del 1763, all’epoca sostenitore delle campagne contro la tratta degli schiavi non nascose i lineamenti africani di Carlotta. Una ricostruzione che avvalla l’idea sostenuta dalla serie. Sembra, quindi, che il matrimonio misto tra l’americana Meghan Markle e il principe Harry, non sia il primo della storia della famiglia britannica.

Brillante, coraggiosa e progressista

La regina Charlotte ha affrontato coraggiosamente il progressivo declino dello stato mentale di suo marito Re Giorgio III, nominato “Il re pazzo”. I primi 25 anni di matrimonio trascorsero felicemente. Un amore profondo e fedele. Poi i due consorti dovettero condurre vite separate, a causa delle precarie condizioni mentali del sovrano. Fu soprannominata “Snuffy Queen” per l’abitudine di sniffare tabacco da fiuto, condivisa da molti nobiluomini dell’epoca. Indomita e dalle eccellenti qualità intellettuali ha precorso i tempi anche in fatto di indipendenza femminile. Sosteneva, infatti, l’importanza dell’educazione per le donne. Fece studiare le sue figlie che erano più istruite di quanto fosse solito per le giovani dell’epoca.

La regina Carlotta ha “scoperto” Mozart

Appassionata di botanica e mecenate delle arti, condivideva con il Re l’amore per la musica. Esperta suonatrice di clavicembalo, come si è visto anche nella serie, ha conosciuto Mozart quando aveva solo 8 anni ed era ospite della corte inglese. Charlotte cantava mentre il giovane genio musicale suonava l’organo, in seguito le dedicò la sua Opus 3 sei sonate. L’interesse per le piante la portò a battezzare in suo onore il magnifico fiore sudafricano, il cosiddetto Uccello del paradiso, con il nome di Strelitzia reginae e fu determinante nella fondazione dei Royal Botanic Gardens di Kew. E’ tuttora la seconda consorte rimasta in carica più a lungo, preceduta solamente dal principe Filippo. Dopo 57 anni sul trono, la regina morì, nel 1818, all’età di 74 anni.