Chi sono le casalinghe moderne

L’orgoglio di genere mi ha sempre imposto un dogma: non rimanere mai senza un’indipendenza economica, anche se hai l’anello al dito. E indipendenza economica significa lavoro (oppure uccidere un marito molto ricco, ma questa opzione al momento la terrei per ultima…).

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Nonostante questo assunto imprescindibile, mi ritrovo spesso a pensare quanto sarebbe bello rimanere a casa a fare la casalinga. Sì, proprio così, io che di faccende domestiche non ci ho mai capito nulla. Chi l’avrebbe mai detto? Niente capi folli da assecondare, nessuna situazione kafkiana da affrontare, niente albe subite nonostante il sonno, niente rigidità oraria. E soprattutto la possibilità di dedicarmi ad attività ben più interessanti di un lavoro che forse non mi appartiene (ben diverso sarebbe il discorso se il lavoro che si fa coincide con le proprie passioni!).

La domanda quindi sorge (quasi) spontanea: come sono le casalinghe del nuovo millennio? Ma soprattutto esistono ancora? E sono uguali o diverse rispetto a quelle che perdurano nel nostro immaginario collettivo?

Le casalinghe esistono ancora, anche se probabilmente si dovrebbe cambiare la definizione con cui le si identifica. Perché in questo preciso momento storico-economico, le casalinghe possono essere soltanto di due tipi:

  • Quelle divenute tali per cause di forza maggiore (perché talvolta sembra più facile sposare un uomo ricco e poi ucciderlo facendola franca, piuttosto che trovare un lavoro qualsiasi)
  • Quelle divenute tali per scelta; condivisibile o meno, questo è un altro paio di maniche.

Il mio orgoglio di genere risponderebbe immediatamente riguardo a questo ultimo punto, e non sarebbe una bella risposta. Sento quasi l’eco di quella “dipendenza economicaaaa” risuonare fra le valli tortuose del mio cervello.

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Eppure il mio istinto risponderebbe in tutt’altra maniera: siamo sicure che sia più importante l’indipendenza economica rispetto ad un’elevata qualità di tempo libero? So che le casalinghe della prima categoria (quelle per cause di forza maggiore) in questo momento mi lincerebbero di buon grado; perché chi sta a casa forzatamente vorrebbe disperatamente darsi da fare e avere un’entrata economica. Eppure lo dico anche a voi: magari questo è il momento giusto da sfruttare per fare qualcosa per voi stesse. Certo, un discorso sterile se la questione è morire di fame, me ne rendo conto.

Tuttavia mi stupisco di aver pensato al classico “era meglio quando si stava peggio”, quando era lui a portare a casa i soldi e ad occuparsi del mantenimento della famiglia, in toto. Davvero avrei sopportato, dall’altra, di non poter prendere decisioni o di rimanere reclusa a occuparmi esclusivamente delle pulizie? Perché era più o meno questa la casalinga di una volta, quella rimasta nell’immaginario collettivo.

No, non l’avrei sopportato. Per questo sono propensa a pensare che le casalinghe per scelta oggi siano completamente differenti rispetto a quelle “obbligate” (dalla società maschilista e non dalla crisi lavorativa) di un tempo. Oggi la casalinga per scelta è consapevole e in qualche modo comunque indipendente, volitiva e sicura di sé.

Se lascia che sia il compagno a procurarle un mantenimento economico non è (solo) per lucidare casa, bensì per dedicarsi a qualcosa che le piace: a partire dal tempo prezioso passato coi figli, fino al coltivare hobby e interessi, passando naturalmente per quella parte di doveri domestici che non sono imposti, ma che si rendono consapevolmente necessari per mantenere un equilibrio e una giusta divisione dei compiti fra lui e lei.

Detto ciò, a chi piacerebbe diventare casalinga per scelta? E chi invece lo è e può dire di essere felice delle sue decisioni?