1/6 – Introduzione
Alla maggior parte di noi, prima o poi, può capitare di imbattersi nei disagi causati da un corto circuito nella propria abitazione. Un evento che certamente si può evitare dotando la propria abitazione di tutti quei sistemi di sicurezza che, da soli, bastano per evitare il problema. Lo Stato Italiano, non a caso, ha regolamentato in più occasioni la normativa riguardante l’installazione degli impianti elettrici ai fini di scongiurare danni alle strutture o lesioni alle persone, in primo luogo con la direttiva 46/90 e poi con il decreto 37/08: oggi, fortunatamente, quasi tutte le abitazioni sul territorio italiano risultano omologate secondo i criteri stabiliti dalla legge. Qualora anche il rispetto delle norme di sicurezza non fosse sufficiente a scongiurare il verificarsi di un improvviso corto circuito, occorrerà intervenire con tempestività per risolvere il problema. In questa guida vedremo come affrontare un corto circuito in casa e come risolverlo con successo e tempestività.
2/6 Occorrente
- Guanti di protezione
- Estintore
3/6 – Capire la causa del cortocircuito
Non sarà necessario essere degli elettricisti, ma per affrontare un corto circuito in casa occorre innanzitutto avere bene in mente di che cosa si sta parlando. Un corto circuito si verifica in un impianto elettrico quando la corrente elettrica veicolata all’interno di un circuito si trasferisce da un punto ad un altro senza incontrare alcuna resistenza. Questo fenomeno si può verificare nella più “banale” applicazione dell’energia in ambito domestico, come l’accensione di una lampadina. Priva di qualsiasi resistenza, la corrente può quindi raggiungere valori elevati, surriscaldando l’intero impianto ed esponendoci a molteplici rischi: scosse, pericolosi sovraccarichi, incendi di origine elettrica, malfunzionamenti di apparecchiature elettriche. In primo luogo, dunque, va conosciuta la causa che determina il cortocircuito, perché sarà proprio dall’analisi della causa che occorrerà partire per approntare un intervento davvero risolutivo.
4/6 – Verificare lo stato dell’interruttore salvavita
Il corto circuito si verifica soprattutto in impianti elettrici ormai obsoleti a causa di cavi che hanno perso il loro isolamento con il tempo, per un malfunzionamento di prese fisse, fili, o elettrodomestici. Nei vecchi impianti il rischio più frequente era la formazione di incendi prodotti, perché i cavi con scarso isolamento venivano a contatto con il calore per effetto juole. Il tutto era influenzato dal fatto che per contrstare la formazione di corti circuiti, nei vecchi impianti, venivano usati i fusibili, rimedio non sufficiente per proteggere il sistema. Oggi questi fusibili non vengono più utilizzati. Per ridurre il pericolo, la legge ha imposto da tempo la presenza di un interruttore salvavita ad uso domestico, obbligando inoltre le imprese costruttrici a soggiacere a determinati requisiti di sicurezza nella costruzione delle nuove abitazioni. Sarebbe buona norma quella di verificare periodicamente lo stato di funzionamento del salvavita, onde evitare problemi in futuro. Se non vi sentite sufficientemente ferrati in materia, è sconsigliabile agire da soli. La raccomandazione, in questi casi, è quella di rivolgersi ad un personale esperto. Ma se avete qualche buona conoscenza in materia, potreste anche pensare di cavarvela da soli, sempre mantenendo come basilari le più elementari norme di sicurezza. Per il resto, ecco come è possibile intervenire per risolvere un corto circuito nella propria abitazione.
5/6 – Agire sul salvavita
Il salvavita è dunque quel piccolo dispositivo in grado di proteggerci da un corto circuito: interrompe il flusso elettrico dell’impianto, genera un black out e ci pone al riparo da seri rischi. Comunemente chiamato così, è un interruttore che permette di interrompere l’energia nel caso si verifichi un sovraccarico. Una volta che il salvavita sarà entrato in funzione, ci ritroveremo con una casa priva di elettricità per intero o solo su determinate stanze (dipende dal numero di impianti elettrici autonomi e dai salvavita associati a questi).
6/6 – Individuare l’elettrodomestico che ha provocato il danno
La cosa più importante è non farsi prendere dal panico. A questo punto, cercheremo innanzitutto di individuare le possibili cause del corto circuito, ponendoci le domande più banali: quali e quanti elettrodomestici erano accesi? Le lampade funzionano? Se il salvavita è scattato per un motivo apparentemente inesistente e scatta ancora nel momento in cui proviamo a riattivarlo significa a che un qualche elettrodomestico ha provocato il corto, in questo caso basterà individuare l’elettrodomestico e staccarlo dalla corrente. Se invece avvertiamo un acre odore di bruciato, dobbiamo avvicinarci alle prese di corrente e verificare che l’odore non provenga da quelle. Se così fosse dovremo staccare immediatamente la corrente e rivolgerci ad un elettricista. Se notiamo fumo o addirittura fiamme, procediamo a spegnere con l’estintore ricordandoci di non utilizzare nella maniera più assoluta l’acqua per evitare di rimanere fulminati. Durante l’operazione di scollegamento, la sicurezza sarà la nostra priorità: bisognerà impiegare tutti i dispositivi di sicurezza e assicurarsi di avere le mani asciutte poiché un residuo di tensione potrebbe essere comunque presente.