Lavorare da casa, conciliare carriera e famiglia, vita domestica e impiego. Il sogno di molte mamme, ma anche di studentesse in cerca di guadagno, donne sposate o single che per una serie di motivi hanno bisogno di restare fra le mura domestiche pur desiderando un’occupazione retribuita e la soddisfazione di un lavoro. Ecco una brave guida sul lavoro da casa per donne.
Lavoro da casa, le tipologie offerte dal mercato
1) Il tele-lavoro da casa. Occupazione da dipendente, realizzata mediante collegamenti telematici (internet, telefono, fax) che consentono di operare dalla propria abitazione o da qualsiasi altro luogo;
3) Il lavoro free-lance o da libera-professionista. Il libero-professionista può svolgere il suo lavoro nel proprio domicilio, scegliendo una formula part-time o full-time. Agendo in veste di specialista nel suo campo il free-lance è molto richiesto. La differenza fra libero professionista e free lance sta nella continuità del lavoro del primo rispetto al secondo. Un libero professionista, oltre a lavorare, deve sempre studiare e tenersi aggiornato. Di conseguenza anche i guadagni sono superiori, ma è fondamentale essersi costruiti un’ottima reputazione lavorativa coi propri clienti.
Telelavoro: definizione, leggi e tutele
Il Disegno di legge sul telelavoro prevede:
– Diritto alla socialità (collegamento tra telelavoratore e azienda 24 ore su 24). Aumentano, però, i costi per le imprese di installazione e gestione delle attrezzature, necessarie al telelavoro. – Diritto alla sicurezza. – Diritto di rientrare in qualunque momento in azienda. Ciò, però, aumenta i costi di conversione, rendendo meno vantaggioso il ricorso al telelavoro
– Diritto a scambiare messaggi personali, che comporta il rischio di un uso improprio dell’attrezzatura, destinata al telelavoro.
– Introduzione delle clausole sociali, previste dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), per il telelavoro, svolto all’estero. Per le imprese, ciò potrebbe costituire un ostacolo all’attuazione della libertà d’impresa
– Procedure di autorizzazione per l’affidamento di telelavoro all’estero.
Donne che lavorano in casa, pro e contro
I vantaggi pratici del lavorare da casa sono immediati e ovvi. Professioni che possono essere svolte fra le mura domestiche prevedono elasticità negli orari, possibilità di gestire la propria famiglia e di seguire eventuali figli, risparmio di tempo, energia e soldi negli spostamenti, maggior rispetto per l’ambiente, vicinanza con i propri cari e allo stesso tempo auto-realizzazione. Una donna che deve affrontare la maternità o una qualsiasi situazione che comporti la sua presenza fisica in casa lavorando da casa può far proseguire la propria carriera, rimanere aggiornata e al passo coi tempi e allo stesso tempo esserci quando i bimbi tornano da scuola o avere possibilità di proseguire gli studi o di cambiare città.
Purtroppo però tutti questi pro rischiano di venir ingoiati dalla voragine dei limiti che ad oggi offre questo tipo di scelta proprio a causa del vuoto legislativo in materia. In generale chi sceglie il telelavoro va in contro a una riduzione drastica delle proprie tutele, a meno che non si trovi nel settore della pubblica amministrazione. Spesso chi lavora da casa, essendo considerato un dipendente, viene pagato a seconda dei risultati e su basi temporanee. Per definizione il telelavoro è una prestazione lavorativa flessibile e non prevede una forma contrattuale, perciò non offre copertura sanitaria e raramente vengono riportate clausole relative a eventuali incidenti alla persona o agli strumenti. Un altro aspetto che non va trascurato è che il telelavoro è concepito in un contesto di isolamento. Chi lavora da casa vive quest’esperienza in solitudine, e questa specie di alienazione (mancanza di contatto, di relazioni, di comunicazione) può portare alla lunga a una condizione psicologica provante e a un peggioramento del rendimento. Il discorso cambia se la donna è qualificata come libera professionista. In questo caso la sua situazione lavorativa è migliore. Il libero professionista, come lavoratore autonomo, può disporre di una serie di tutele e ha una buona condizione economica di base, che può crescere col tempo.
Lavoro da casa: si può essere felici…
Stessa cosa pensiamo leggendo il commento di Elena, giovane mamma di 33 anni che ha da qualche mese un impiego part time da casa:
“Per le mie esigenze, lavorare da casa è una soluzione assolutamente ottima! Dovendo far fronte ad una serie di impegni quotidiani che non mi consentono di recarmi in ufficio per le consuete otto ore lavorative, ho, comunque, la possibilità di realizzare i miei incarichi, concentrarmi su un obiettivo e gestire gli orari in modo da ottimizzare i tempi. Non so se lavorando più a lungo in questo modo potrò vedere anche dei lati che, al momento, mi sfuggono ma devo dire che, fino ad oggi, la mia esperienza è più che positiva!“
E voi cosa, ne pensate, avete qualche esperienza positiva o negativa da raccontarci al riguardo?