C’è un luogo simbolo a San Domenico di Fiesole, la cinquecentesca villa Rondinelli, dove si trovano due bellissime serre che si affacciano come due nidi di aquile sulla città di Firenze, da cui sembra di potersi lanciare in volo per afferrare il paesaggio sottostante.
Lì ha lavorato fino al 1986 Pietro Porcinai il padre dell’architettura dei giardini in Italia. Visitare le serre e il giardino progettati da lui è la maniera migliore per capire il suo lavoro e il suo insegnamento. In una delle due serre è ospitato oggi l’archivio Porcinai: 1400 giardini progettati e realizzati in tutto il mondo, disegni, documenti e la sua biblioteca. Nella serra costruita accanto, l’Associazione Pietro Porcinai (per informazioni [email protected] ) organizza incontri e occasioni di studio per studenti e università, proseguendo il lavoro del geniale architetto di giardini.
La bellezza del posto giustifica la camminata da San Domenico attraverso la meravigliosa e strettissima via vecchia Fiesolana che si inerpica sulla ripida collina in direzione della piazza di Fiesole. Quando si entra nella prima serra- archivio circondati dal lavoro di Pietro Porcinai, dai suoi disegni dai suoi modelli di giardini e dai prototipi dei suoi arredi da giardino, si percepisce ancora un’energia vitale, e sentiamo di non essere in un luogo di ricordi, ma un posto dove imparare a progettare e a proiettarsi nel futuro.
La prima terrazza molto stretta, bordata da Acer negundo un tempo potati a pergola per lasciare lo sguardo spaziare sul paesaggio, ospita la serra Archivio un edificio spartano che nella sua semplicità ci insegna ad apprezzare l’arte di levare invece che aggiungere elementi inutili, un insegnamento che è molto attuale. Dalla prima terrazza si procede verso la terrazza superiore dove si affacciano un piccolo edificio disegnato da Porcinai che rimanda ad una classicità senza tempo e la lunga serra in vetro (sulla facciata piante di Myrsine myrtifolia).
Il prato davanti è ritmato da semplici elementi in cemento che ospitano piante acquatiche (Nelumbo nucifera ovvero il loto) mentre una grande siepe sempreverde di alloro e viburno chiude la vista sulla sottostante villa e anche sul paesaggio. Si crea così una stanza di verzura singolarissima, che ci fa capire che l’arte dei giardini si compone di aperture e chiusure, di viste aperte e di luoghi privati dove concentrarsi.
L’arte dei giardini che oggi chiamiamo garden design è l’arte di disegnare lo spazio aperto, di creare ambienti che hanno per tetto il cielo e di collegarli tra loro.
E’ qui nell’archivio di Porcinai, che molti anni fa sono stata folgorata da questa idea: disegnare giardini e realizzarli. Dopo tanti anni di esperienza sul campo ora mi piace anche insegnare il processo del progetto: i nostri corsi di garden design sono laboratori di progettazione dove anche chi è inesperto può fare l’esperienza creativa del progetto del giardino. Progettare per noi stessi e per i nostri clienti, per l’amore puro per la natura e per l’arte, ma anche per la gioia di realizzare per qualcun altro che possa amare come noi il giardino.
Soluzioni da copiare:
- Vasche per ninfee con tubi in cemento, spartano ma bello
- Usiamo la Myrsine myrtifolia una pianta sudafricana in sostituzione del bosso