Villa Gamberaia è uno dei luoghi più magici al mondo. La bellezza del paesaggio, le viste su Firenze e sulla campagna, l’architettura della villa e del giardino ne fanno uno dei luoghi più conosciuti e amati al mondo e anche dei più studiati a partire dall’inizio del secolo scorso, quando la Gamberaia è stata fotografata, rilevata e rappresentata dagli architetti paesaggisti dell’American Academy di Roma.
Un giardino di poco più di un ettaro dalle proporzioni perfette, costruito su due terrazze collegate da una scala decorata con statue fontane e mosaici, impostato su due assi che si incontrano nel cortile della villa, aperto sul magnifico paesaggio urbano fiorentino.
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Villa Gamberaia: la storia
Non si sa molto dell’insediamento quattrocentesco, costituito con ogni probabilità dalla piccola costruzione a fianco della quale è stata in seguito collocata la limonaia. Questo era il primo nucleo dei possedimenti della famiglia Gamberelli nella località che si chiamava “Gamberaia” (dal nome della vasca per gamberi d’acqua dolce).
Villa Gamberaia: il giardino e la sua storia
La storia del giardino inizia verso il 1610, quando Zanobi di Andrea Lapi fa costruire la villa col suo basamento. Il giardino, che certo già esisteva, viene ampliato nel Settecento, quando la proprietà passa alla famiglia Capponi, alla quale rimane fino al 1854. Nel corso della seconda metà dell’Ottocento la villa passa varie volte di mano fino al 1896, quando viene acquistata dalla principessa Ghyka. La nobildonna ne fa la propria residenza preferita e vi costruisce un parterre d’acqua in sostituzione del settecentesco parterre de broderie, che oggi con le grandi siepi di bosso, cipresso e fillirea rappresenta un’icona straordinaria del giardino fiorentino per eccellenza.
Un percorso nel giardino di Villa Gamberaia
Dall’ingresso a esedra su via del Rossellino il cancello si apre sul viale di cipressi; un corridoio visivo conduce alla villa che mostra, a chi entra, il fianco nord della villa. La facciata principale è rivolta a ovest, in direzione di Firenze ed accoglie i più straordinari tramonti sulla città e l’Arno.
Lungo il viale in salita lo sguardo è condotto fino alla casa: non ci sono elementi di distrazione e nessuna apertura visiva sul paesaggio circostante o sul giardino. Arrivati in prossimità della casa, sulla sinistra, due archi mettono in comunicazione il primo piano con la cappella; sulla destra è il prato. Un grande pino domina e chiude la vista sulla valle. Passati sotto le arcate laterali della villa si apre, a destra e a sinistra, il bowling-green, asse che collega fisicamente e idealmente la valle dell’Arno alla collina retrostante. Non si tratta di un rigido asse di simmetria: proprio l’impostazione architettonica flessibile e adattata con sensibilità alla logica del luogo costituisce uno degli elementi caratterizzanti il progetto del giardino.
Da qui si passa nel “gabinetto di roccaglia”, spazio architettonico di grande rilievo che connette il piano della villa con la limonaia e i due “selvatici”. Di forma ellittica allungata, ha pareti riccamente decorate con nicchie e statue in terracotta. I giochi d’acqua, tuttora esistenti, sono azionati in un ambiente interno alla scala di raccordo. Sul lato destro e sinistro due rampe di scale doppie conducono verso uno dei “selvatici” e verso il giardino della limonaia.
Il grande stanzone per limoni ospita nei mesi invernali l’importante collezione di agrumi, destinata a essere trasferita, nella bella stagione, all’esterno. Il giardino della limonaia, diviso in quattro quadrati a prato, è arricchito da un bordo misto di piante perenni con una straordinaria fioritura di peonie arboree e una bellissima controspalliera di rose “Albertine”. Il “selvatico” di lecci secolari, con un sottobosco di vinca, si ricollega al bowling-green: dal buio del “selvatico” si passa così, in un’alternanza che è anche simbolica, alla luce del sole nel prato.
Attraverso il “selvatico” verso sud si arriva al parterre d’acqua; ma prima di entrarvi vale la pena di sostare al di sotto del maestoso pino laricio e di apprezzare la vista sulla valle dell’Arno. Si procede quindi verso il parterre d’acqua creato dalla principessa Ghyka. La geometria ad arcate del belvedere di cipressi prosegue nel disegno delle siepi e nelle forme sferiche di bosso, mentre i tassi conferiscono un ritmo verticale allo spazio racchiuso del parterre.
Girando attorno all’edificio, si torna al bowling-green e si prosegue in direzione del ninfeo: sulla
sinistra il lungo fabbricato ospita la cappella e l’antico stanzone per il gioco della pallacorda. Il ninfeo è preceduto da un prato circolare ed è cinto da muro: si tratta di un teatro creato probabilmente per la musica e reso enigmatico dalla presenza della divinità forse Dioniso, che emerge dalla nicchia scavata nella collina.
Il giardino di villa Gamberaia è sospeso nel tempo: antico e moderno, si specchia nel passato ed è un ponte verso il futuro.
Per questo motivo abbiamo scelto villa Gamberaia come sede di alcuni dei nostri corsi di Garden design: perché nessun giardino antico o moderno rappresenta meglio di questo un libro di testo dove studiare come progettare un giardino.