Colloquio di lavoro: le cose da non dire

Come prepararsi ad un colloquio di lavoro? Sono tanti gli aspetti da considerare, dal modo di vestire alla preparazione del curriculum. Ma è altrettanto importante tenere presente le cose da NON fare, e in particolare le frasi infelici che potrebbero dare una cattiva impressione al nostro interlocutore.

Scusate il ritardo

Mai essere in ritardo ad un colloquio di lavoro. Piuttosto partiamo ore prima e aspettiamo nel bar più vicino seduti davanti a un caffè – o una camomilla se l'agitazione si fa sentire!

Cosa fa la vostra azienda?

Ecco una delle domande più infelici che si possono fare ad un colloquio. Anche ormai se stiamo sparando nel mucchio e questo è il decimo colloquio della settimana, dobbiamo sempre documentarci sul nostro potenziale datore di lavoro, o appariremo demotivati e pigri: non certo i dipendenti ideali!

Ho un gran bisogno di questo lavoro!

Non facciamoci mai vedere disperati, anche se lo siamo. Non dimostriamo l'importanza capitale che questo incarico riveste per noi. Le offerte di lavoro si basano su ciò che è meglio per il datore di lavoro, e appariremo ingenui e inappropriati se parleremo dei nostri bisogni.

Non ho domande

Ci stiamo proponendo per trascorrere otto ore o più al giorno in questa azienda: dobbiamo per forza avere qualche domanda da fare. Per cui, prepariamoci questioni intelligenti e pertinenti, circa l'incarico, lo staff, la cultura dell'organizzazione, il settore di riferimento. In caso contrario appariremo superficiali o poco interessati.
Ma attenzione a non fare domande infelici: se siamo al primo colloquio non è il momento giusto per chiarire che vorremmo lavorare da casa part-time perché abbiamo adottato un cucciolo, che abbiamo un assoluto bisogno di una seduta ergonomica e che non possiamo fare straordinari due sere alla settimana per via del corso di idrogym. Se saremo presi in considerazione, ci sarà modo di trattare tutti questi aspetti, negoziando un compromesso soddisfacente per entrambe le parti.

Sono un perfezionista

Evitiamo affermazioni standardizzate che il nostro interlocutore avrò già sentito un milione di volte; prepariamoci piuttosto alcuni appunti che riguarderanno i nostri punti di forza o di debolezza, le nostre competenze, le nostre ambizioni.
Può darsi che ci venga chiesto quali sono i nostri punti deboli; è una domanda fastidiosa e irritante, ma la soluzione non è autoproclamarci perfetti. Meglio parlare di nostre reali lacune che non sono centrali per la posizione che stiamo cercando, e sviscerare i metodi che stiamo usando per superarle o quantomeno minimizzarne gli effetti.

Quali vantaggi offrite?

Di solito il primo colloquio verte esclusivamente sulla natura del lavoro e dell'azienda. Non parliamo quindi per primi dello stipendio, né indaghiamo su benefit aggiuntivi come auto e cellulare; non è la sede adatta. Questo è il momento per sottolineare quale sarà il nostro contributo, e come i nostri sforzi hanno fruttato durante le nostre precedenti collaborazioni.

La mia richiesta economica è flessibile

Se invece è il nostro interlocutore ad introdurre l'argomento "stipendio", dobbiamo avere una chiara idea di quello che vogliamo, e fin dove possiamo scendere. A questo  proposito, facciamo una ricerca circa le retribuzioni su lavori simili a parità di esperienza nella nostra zona.

Parlo un ottimo tedesco!


E magari a questa affermazione il nostro interlocutore risponderà con un'articolata conferenza (di cui noi non capiremo una parola) in perfetto idioma teutonico. Meglio
essere sempre sinceri
sulle nostre competenze, anche perché potrebbe essere che ci mettano subito alla prova!

Mi dispiace ma non ho le competenze

E' vero, durante un colloquio è bene sempre essere sinceri circa le proprie competenze e capacità, ma le nostre lacune non sono certo eterne ed immutabili. Facciamoci invece vedere entusiasti e ansiosi di imparare; quando si assume un nuovo dipendente si mette sempre in conto un periodo di addestramento.

Ho appena passato un periodo difficile con il mio ex…

Anche se il nostro interlocutore inizia a fare qualche domanda sui nostri interessi e sulla nostra vita privata, non dobbiamo mai dimenticare che ci troviamo ad un colloquio di lavoro e non al bar. Facciamoci vedere aperti e onesti, ma sempre con professionalità e discrezione.

Mi piacerebbe moltissimo lavorare in un museo!

Questa non è decisamente la frase giusta da dire se stiamo facendo un colloquio con un'azienda metalmeccanica. Poco importa se il nostro interlocutore ci sta interrogando sul nostro master in storia dell'arte riportato nel curriculum: mai mostrarci entusiasti per altre realtà più di quanto non lo siamo per il lavoro che ci viene proposto.

Il mio vecchio capo era un idiota

Non parliamo in modo negativo della nostra vecchia azienda e del nostro ex capo, ma nemmeno del traffico intenso o delle condizioni meteorologiche ingrate: cerchiamo di apparire sempre positivi. Se ci viene chiesto esplicitamente cosa non ci andava bene del vecchio lavoro, è bene fare una critica costruttiva e non distruttiva; magari possono saltare fuori delle idee per migliorare, con le nostre abilità, anche la situazione della nostra nuova azienda.

A cura di Laura Losito