Rispondere alle domande spinose al colloquio di lavoro richiede una preparazione specifica. Hai costruito con cura il tuo curriculum vitae, hai selezionato le aziende con cui desideravi intrattenere un rapporto di lavoro. Adesso, ti prepari ad affrontare il colloquio e tutte quelle domande che, quando arrivano, possono lasciare spiazzate.
Pensiamo a tutte quelle domande difficili che vengono normalmente rivolte a un candidato, e che richiedono un po’ di tempo e riflessione per ottenere risposta. La verità è che, con un po’ di pianificazione, ne puoi uscire con stile e addirittura più forte di prima.
Domande spinose al colloquio (e illegali)
L’articolo parte dal presupposto che le domande spinose al colloquio abbiano scopo conoscitivo ed esplorativo del livello di competenza del candidato. Tuttavia, non è da escludere che possano sorgere domande illegali, a cui non siete tenute a dare una risposta. Tutte le domande che riguardano le vostre intenzioni in merito al matrimonio, o all’eventualità di fare figli, sono da considerarsi pericolose. E soprattutto, dovrebbero farti riflettere sul tipo di ambiente lavorativo in cui andresti a cacciarti.
In altre parole, il Codice delle pari opportunità (così si chiama il testo in vigore in materia) vieta ogni genere di discriminazione che riguarda lo stato sentimentale. È inoltre illegale inserire una clausola che risolve il contratto qualora la donna si dovesse sposare.
Anche domande sul proprio stato di salute o malattie precedenti sono illegali, specialmente quando non correlate per diretta al lavoro per cui ti stia candidando. Non confondere le domande spinose con quelle illegali!
Domande spinose al colloquio: come reagisci alle critiche?
Esistono tantissimi modi per rispondere a questa domanda. Tuttavia, l’intervistatore si aspetta che tu risponda in maniera positiva, con le dovute precauzioni. In altre parole, è bene rispondere che si ha la consapevolezza di non essere infallibili, ma che tuttavia si è pronti ad accogliere le critiche per imparare dai propri errori. Accettare le critiche in maniera costruttiva, insomma, è la strada verso il miglioramento di sé.
Domande spinose al colloquio: cosa ti motiva?
A questa domanda si risponde sempre in modo sincero, evitando però di porre l’accento sugli elementi materialistici. È evidente che ognuna di noi lavora per il corrispettivo economico, ma non solo. Un lavoro è fonte di soddisfazione quando è motivante, e ti incoraggia a svegliarti la mattina con un atteggiamento differente. Cosa ti dà questa soddisfazione? Potrebbe essere un buon rapporto con i colleghi, o magari un progetto che ti entusiasma.
I soldi motivano tutti. Solo, è una risposta difficile a una delle domande spinose al colloquio.
Stai lavorando ad altre candidature?
Questa domanda può lasciarti spiazzata in fase di colloquio, e questo non deve accadere. Meglio farsi trovare sempre reattive e con la risposta pronta.
Fai sapere al tuo intervistatore che stai affrontando la ricerca di un nuovo impiego come un lavoro a tempo pieno, se sei disoccupata, o se stai cambiando posizione hai già sostenuto altri colloqui. Non dire direttamente che sei una figura ricercata, anche se lo sei. Limitati alla “falsa” modestia di far sapere che la tua figura professionale è fonte di interesse.
Domande spinose al colloquio: cos’hai tu meglio degli altri?
Di tutte le domande, questa è forse la più borderline, ma aspettati che qualche intervistatore te la ponga. Sappi che la linea tra l’autopromozione e il vantarsi è molto, molto sottile, ed è facile perderla di vista se non si tiene presente ciò che si ha da dire.
Prepara questa risposta mettendo a fuoco i tuoi pregi e i tuoi punti di forza, e rispondi con fiducia in te, ma anche piena trasparenza.
Domande spinose al colloquio: cosa non ti piace di questa posizione lavorativa?
Domande spinose al colloquio ne abbiamo in abbondanza, ma questa forse vince il premio. Evita di tirare fuori vere e proprie criticità in questa fase, e spiega che per il momento non hai notato niente che non vada. In caso lo notassi, però, saresti pronta ad attivarti per parlarne, o ad accettare eventuali piccole criticità. Ciò non significa mettersi a totale disposizione del proprio datore di lavoro, ma rimandare una battaglia a una fase più logica del colloquio. Se per esempio il trattamento economico non ti piace, e sei nella posizione di negoziare, potrai farlo in giusta sede.
Quando si parla di soldi (e quando non se ne parla)
Ti hanno mai chiesto che stipendio vorresti? Qual è il tuo RAL (reddito annuo lordo)? Sono tutte domande a cui bisogna rispondere con sincerità. Esponi una cifra, sensata, basata sulle tue competenze e sulla cifra media di mercato – alzandola, in caso.
Hai paura che chiedendo la tua retribuzione potresti inviare messaggi impliciti negativi al tuo intervistatore. Tuttavia, accettare un lavoro senza conoscerne la retribuzione è sbagliato – anche se in Italia accade spesso, purtroppo. Verso la fine del colloquio ti verrà chiesto se hai delle domande. Preparane alcune non pertinenti ai soldi e, alla fine, chiedi: “Quale compenso vorrebbe offrirmi?”. Dovrai essere calma, pacata, sicura di te e pronta a tutto. La parola “offrire” apre un negoziato. Una trattativa. Sei pronta a contrattare?