Siate voi stessi. Seguite la vostra natura, seguite la vostra essenza più pura e non chi vi viene detto di “impersonare”. Sembra dire questo, Elliot Page, nella sua prima foto in costume da bagno dopo la transizione.
Condiviso su Instagram, lo scatto è un inno alla libertà, un canto alla gioia che si leva e celebra la felicità di ritrovarsi in un corpo vicino alla propria anima, un corpo che si ama, che rispecchia l’Io più vero, più puro.
E d’altro canto, Elliot Page ha fatto un percorso lungo, a tratti tribolato, proprio per scoprirsi e mostrarsi agli altri. Era il 2014 quando si dichiarò lesbica.
Lo fece durante la conferenza Time to Thrive, organizzata per i diritti umani di ragazzi e adolescenti che si identificano come gay, lesbiche, transgender, bisessuali o queer. E il suo discorso, già allora, fu potente:
«Sono qui oggi perché sono gay, e perché forse posso fare la differenza. Sento un obbligo personale e una responsabilità sociale».
Una responsabilità che, sei anni dopo, è diventata ancora più grande, più importante: nel dicembre 2020, infatti, Page ha fatto coming out anche come transgender, per mezzo dei suoi canali social.
Ai tempi, Elliot spiegò di essere felice di essere finalmente riuscito a mostrarsi per chi era davvero e aggiunse:
«Adoro il fatto di essere una persona trans e amo il fatto di essere queer. E più tengo vicino e abbraccio veramente chi sono, più sogno e più il mio cuore cresce felice e prospero. A tutte le persone trans che ogni giorno si occupano di molestie, disgusto di sé, abusi e minacce di violenza: vi vedo, vi amo e farò il possibile per cambiare questo mondo in meglio».
Ed è proprio per cambiare il mondo che Elliot ha mostrato il suo nuovo corpo, un corpo ottenuto dopo aver subito un intervento chirurgico che ha rimosso il tessuto mammario.
Quello di Elliot Page è un gesto d’amore per se stesso e un gesto d’amore per chi sta cambiando e vuole cambiare. Un gesto che vuole mettere fine, come lui stesso ha detto, a un rapporto conflittuale e infernale con un corpo che non ha mai sentito suo.
Un gesto che invita chi sta compiendo il suo stesso cammino a non vergognarsi, a essere fieri del proprio cammino. Perché non c’è niente di più sacro, di più bello e più puro dell’essere in linea (e in pace) con chi siamo davvero.