Tre anni fa conoscevo il mio attuale compagno su una dating app. La doverosa premessa è che, ai tempi, nutrivo un certo sospetto (tipico di noi millennial anziane) verso quelli che dicevano di cercare l’amore su Tinder e similari (la galassia delle applicazioni di incontri era, e presumo sia ancora, letteralmente sterminata). Mi sembrava un po’ come dichiarare di voler approfondire le proprie competenze cinematografiche su Pornhub. Ciò nonostante, quando ho capito che il match si stava trasformando a tutti gli effetti in una relazione, ho dovuto ricredermi e sfatare i miei stessi pregiudizi.

I primi tempi avevo inventato una balla da raccontare ad amici e parenti, nel caso in cui ci avessero posto la vituperata domanda: dove vi siete conosciuti? Non mi sembrava carino rispondere: su un’applicazione per smartphone grazie alla quale puoi scorrere profili di persone, uomini e donne, giudicarli in pochi istanti, cestinarli o promuoverli per un aperitivo senza impegno (o per una sessione di sesso ginnico che, il più delle volte, si rivelerà deludente). Ero pronta a mentire, a raccontare di una presunta mostra alla quale un amico comune ci aveva presentati. Bugiarda e sciocca, tanto più perché quasi nessuno me l’ha chiesto. A quanto pare, nel ventunesimo secolo è piuttosto irrilevante il modo in cui due anime inciampano l’una dentro l’altra.

Ma Facebook non si usava già per rimorchiare?

Ne è ben conscio Mark Zuckerberg, pronto al lancio in Italia e in Europa di Facebook Dating (precedentemente già attivo in 20 Paesi). I più scettici diranno: ma Facebook non si usava già per rimorchiare? Naturalmente sì, ma diciamo che era un uso creativo, la forzatura di uno strumento altrimenti volto a mettere in contatto persone già conosciute, dai compagni delle scuole elementari ai colleghi di lavoro, passando per una carrellata più o meno torbida di ex che sfoggiano rinnovata felicità online.

Ciò che cambia, adesso, è che questa funzione mira apertamente a mettere in contatto potenziali partner che condividano interessi, passioni, abitudini. Ne avevamo bisogno? Probabilmente no, non noi 30-40enni che negli ultimi anni ci siamo smaliziati i polpastrelli con gli swipe left e gli swipe right, navigando in una pluralità di scelta potenzialmente infinita e spesso, nei fatti, paralizzante; e neppure la Generazione Z, per cui Facebook è una sorta di ospizio digitale.

Forse a giovare di questa nuova funzione potrebbero essere gli utenti più agée che, tra un buongiornissimo caffè e un po’ di inconsapevole romanticismo, potrebbero trovare qualche palpito insperato. Nathan Sharp, product manager di Facebook Dating, ha dichiarato che l’intento è quello di aiutare le persone a instaurare relazioni autentiche basandosi sui gruppi a cui sono iscritte, gli eventi a cui partecipano, le pagine che seguono, il tutto con attenzione (in teoria) alla privacy. Naturalmente, saranno gli utenti a decidere se attivare o meno il servizio su Facebook e quali informazioni rendere accessibili al grande cupido digitale, per agevolargli la ricerca dell’anima gemella (che però non esiste, ma questo è un altro discorso).

Come funziona Facebook Dating

Ma veniamo alle funzionalità più importanti. C’è la condivisione di Storie, per raccontare per immagini qualcosa in più di sé. L’Appuntamento Video che, in epoca di distanziamento sociale in cui limonare con uno sconosciuto sembra un malcostume del secolo scorso, sarà forse la cosa più simile a un first date (e tutti ci chiediamo se il dilemma “darla la prima sera oppure no” valga anche in salsa sexting).

La funzione Passioni Segrete che mi sembra la più intrigante: di default, infatti, Dating non proporrà mai i propri amici di Facebook/Instagram come potenziali match (né comunicherà loro tramite notifica che, ehi, siete a caccia!). Tuttavia, si potrà selezionare fino a 9 persone di proprio interesse tra le amicizie già in essere e, se si viene parallelamente aggiunti alla lista da uno di questi contatti, il miracoloso incastro si compirà. Viceversa, se le persone selezionate non attiveranno mai Facebook Dating, o non ci inseriranno tra le loro Passioni Segrete, non sapranno mai che avevamo un debole per loro.

I più scettici diranno: ma non si usava già per rimorchiare? Sì, ma era la forzatura di uno strumento volto a mettere in contatto persone già note, dai compagni ai colleghi passando per gli ex che sfoggiano rinnovata felicità

Lo stigma di una volta è diventato la nuova normalità

Insomma, sono lontani i tempi in cui incontrarsi online era sinonimo di disagio psichico, espressione di limitante timidezza, prova inconfutabile dell’incapacità di abbordare qualcuno nella vita reale. Lo stigma di una volta è diventato la nuova normalità, e la tecnologia – con la sua mole sconfinata di dati sui nostri gusti e sulle nostre preferenze – si pone al servizio delle nostre faccende di cuore. L’obiettivo ufficiale di Fb Dating è chiaro: aiutarci ad appagare il più irriducibile dei bisogni, cioè eludere la solitudine e trovare partner compatibili con cui godere di una delle esperienze più gratificanti della vita… l’amour!

L’ultimo libro di Stella Pulpo, l’autrice di questo articolo, è Esserti fedele sempre (o forse no). Storie di amore, sesso e relazioni (Sperling&Kupfer)