1/5 – Introduzione
Molti allevatori di uccelli almeno una o due volte al giorno, danno da mangiare ai pappagallini per consentire loro di svezzarsi in assenza della madre. Anche nel caso della specie detta “inseparabile” bisogna intervenire a mano come fosse un bebè, e fornirgli tutto ciò di cui ha bisogno quotidianamente per poi addestrarlo e farlo nutrire autonomamente. Per effettuare ciò, è essenziale avere del tempo a disposizione, un minimo di conoscenza del settore e dedicarsi amorevolmente alla cura. A tale proposito, ecco una guida su come allevare a mano il suddetto pappagallino.
2/5 Occorrente
- Un’incubatrice con temperatura regolabile
- Un recipiente in plastica e un cavetto o tappetino riscaldante per rettili, con termostato.
- Cibo in polvere
- Siringa senza ago
- Termometro
- Ciotola
- Carta assorbente
- Scalda biberon o pentolino
- Gabbia
3/5 – Utilizzare un’incubatrice
I piccoli di pappagallo si devono allevare in un’età compresa tra i 10 e i 20 giorni di vita, ed in un luogo caldo che sostituirà il nido. Infatti la temperatura indispensabile è quella compresa tra i 30 e i 34 gradi, e per questo scopo conviene utilizzare un’incubatrice con temperatura regolabile, ma si possono ottenere anche degli ottimi risultati con dei recipienti in plastica ben arieggiati e muniti di un termostato. Come fondo del nostro nido artificiale, useremo della carta assorbente che cambieremo meticolosamente. A cinque settimane, è possibile metterli in una gabbia con posatoi e giochi per pappagalli.
4/5 – Acquistare il cibo specifico
Un altro fattore importantissimo è il cibo da acquistare in commercio come pastoni specifici, studiati per l’alimentazione dei pappagalli. Invece per la quantità di acqua da aggiungere ai cibi in polvere, ci atterremo alle istruzioni del produttore. Un fattore molto importante è la temperatura; infatti, la pappa va somministrata a 37 gradi circa, ed è quindi indispensabile l’uso di un termometro. La frequenza dei pasti varia in base all’età, ossia dai 14 ai 20 giorni se ne somministrano cinque, mentre dai 40 ai 50 giorni passeremo a due al giorno. La quantità chiaramente varia con la crescita, ed un ottimo indicatore è il gozzo. Questo organo che si trova alla base del collo si gonfia visibilmente durante l’alimentazione, e quindi conviene tenerlo costantemente monitorato per evitare degli eccessi.
5/5 – Somministrare i liquidi con una siringa
Per somministrare il cibo liquido dobbiamo stimolarlo con la punta della siringa, ma il più delle volte il piccolo sarà già con la bocca aperta al solo vederci. Molto importante è puntare la siringa nel lato destro della bocca, altrimenti si rischia di far finire il cibo nella trachea con risultati fatali. La pappa va fatta fluire con delicatezza nella bocca del pappagallino, dandogli il tempo di deglutire. Una volta superato il momento più delicato e quando il volatile comincia ad essere autonomo, l’allevamento manuale può cambiare iniziando ad addestrarlo e viverci quindi in simbiosi, trattandosi di un esemplare che ama molto giocare. Raggiunta l’età adulta trovargli una compagna è poi indispensabile, per farlo crescere sano e soddisfare le sue naturali esigenze.