1/6 – Introduzione
Il mango deriva dall’omonima pianta tropicale “Mangifera” la quale vede la sua nascita nella zona asiatica, specie in India, la quale oggi produce centinaia di qualitá di piante. Dunque parliamo di un frutto che sebbene sia indicata la sua coltivazione ai tropici, non rasenta minimamente l’impossibilita di crescita anche in Italia, laddove il clima appare chiaramente più rigido rispettivamente agli indici indicati della sua sopravvivenza o dunque la coltivazione stessa, il tutto rispettando a delle ben precise indicazioni.
Cosa importante è considerarne i suoi valori nutrizionali, quali vitamina A ed inoltre altamente utile contro stitichezza e stress. È per tanto molto ricco di minerali quali: calcio, ferro, fosforo, magnesio e potassio. Dunque passiamo ora a come coltivare il mango.
2/6 Occorrente
- mango
- vaso
- terra
- acqua
- sole
3/6 – Periodo d’inseminazione
Stando a questa introduzione, è ben facile apprendere che il periodo ideale per la sua inseminazione sarebbe quello che va nelle stagioni più calde, non a caso affinché l’arbusto prosegua il corso della vita, è necessario che venga ben riparato dal freddo, quindi l’ideale spazio sarebbe, qualora se ne disponesse, l’interno del proprio appartamento.
4/6 – Come procurare il seme
Essendo che non verrebbe facile la ricerca di una pianta già cresciuta, l’ideale sarebbe quello di asportare il nocciolo da un frutto, magari anche acquistato, ripulirlo da ogni parte contenente la polpa e successivamente proseguire all’estrazione del seme che ovviamente vede l’apertura del guscio esterno.
5/6 – Estrazione del seme
Che sia chiaro, non per molti seguirà un estrazione facile nei primi tentativi, ma con molta pazienza, attraverso una piccola incisione del nocciolo stesso, si riuscirà all’estrazione del seme stesso, magari aiutandosi con una morsa da tavolo qualora non si riuscisse a tenerlo fermo.
6/6 – Inseminazione
Una volta estratto, è necessario chiuderlo in dell’ovatta umidificata, o del semplice tovagliolo, evitando l’abbondanza di acqua, la quale potrebbe permettere l’insorgere di muffe e quindi il seme non idoneo all’inseminazione. A questo punto prendere un sacchetto comune per alimenti, e non prima di averlo soffiato, quindi aver creato una sorta di aria (ossigeno), chiuderlo ed attendere per almeno una settimana massimo due, che esso germogli.
Successivamente è necessario rimuovere il seme che sia dall’ovatta e dunque dal sacchetto, prestando molta attenzione a non rompere i germogli, ed inseminarlo nell’apposito vaso con dell’abbondante terriccio. Successivamente a questa meticolosa fase, è importante che il vaso venga esposto al sole e frequentemente annaffiato. Dopo di ciò non resta che godere la nascita dei frutti.