1/8 – Introduzione

La palmetta del Madagascar, il cui nome scientifico è Pachypodium Lamerei, è una specie arborea originaria del continente sud africano e, in particolare, dell’isola del Madascar. Deve il suo appellativo al fatto che, durante il proprio ciclo vitale, inizia a perdere le foglie alla base, mostrando il fusto poco ramificato e completamente ricoperto di grosse spine, e mantiene il fogliame, di un bel verde intenso e lucido, solo nella parte alta; caratteristica questa che la fa assomigliare ad una piccola palma.
Durante il periodo di fioritura, a dir il vero abbastanza raro in vaso, la Pachypodium Lamerei presenta dei bellissimi fiori bianchi, con gole di un intenso giallo ocra.
Il suo ritmo di crescita in natura è di circa 12 cm l’ anno. Viene, spesso, erroneamente scambiata come appartenente alla famiglia delle Cactaceae, per il suo aspetto succulento, ma non ha niente a che fare con questa famiglia di piante.
Le sue dimensioni totali sono molte varie, quindi si presta egregiamente alla coltivazione in vaso.
Vediamo allora come coltivare la palmetta del Madagascar e dare un tocco esotico al nostro giardino o, perché no, al nostro balcone o appartamento.

2/8 Occorrente

  • Una piantina di pachypodium lamerei

3/8 – Coltivazione

La Pachypodium Lamerei è una pianta che necessita di molta luce diretta ed, essendo originaria delle zone tropicali, è bene che, se piantata in vaso, venga portata in casa durante il periodo autunnale e invernale, visto che non riesce a sopravvivere a temperature inferiori ai 15°C; l’ abbassamento eccessivo della temperatura produrrà immediatamente una caduta delle foglie, sintomo che la pianta sta morendo.
Tollera, invece, benissimo le temperature alte, fino ai 37-40°C.
Va innaffiata regolarmente, soprattutto in estate, lasciando il terreno umido, ma non eccessivamente; evitare assolutamente di lasciare la pianta a secco per troppo tempo, le radici ne soffrirebbero, deteriorandosi irrimediabilmente.
In inverno le irrigazioni andranno sensibilmente ridotte, senza lasciare, comunque, troppo secco il terreno.
La palmetta del Madagascar non richiede un terriccio particolare,va bene anche quello universale, a patto che sia di buona qualità e drenante.

4/8 – Rinvaso

Rinvasate in primavera e concimate per tutto il periodo primaverile ed estivo; in inverno sospendete il tutto.
Poiché l’apparato radicale dei Pachypodium è poco sviluppato, il rinvaso può essere effettuato ogni tre o quattro anni, quando la pianta entra in fase di riposo vegetativo (autunno) o prima della sua ripresa (fine inverno).Il nuovo vaso deve essere di qualche centimetro più grande del precedente; il terriccio nuovo, fresco e soprattutto poroso.
Nel rinvasare la pianta bisogna fare attenzione a non danneggiare le sue delicate radici, pertanto si consiglia di estrarre la Pachypodium Lamerei dal vaso con tutto il pane di terra.

5/8 – Riproduzione

La riproduzione, che può avvenire solo tramite seme, ha una probabilità di successo molto bassa nei territori con un clima come il nostro, proprio a causa del fatto che la palmetta del Madagascar ha caratteristiche prettamente tropicali.
La germinazione è estremamente lenta e, nel caso in cui la pianta riuscisse spuntare, richiederebbe anni per svilupparsi ed arrivare a dimensioni medie; questa peculiarità fa si che venga preferito l’ acquisto di esemplari già cresciuti.

6/8 – Cure

Le palme del Madagascar non vanno potate; è sufficiete eliminare le foglie secche allo scopo di evitare il formarsi di focolai di malattie parassitarie. Nel caso in cui la pianta iniziasse a perdere le foglie, significa che sta soffrendo troppo il freddo o la stiamo annaffiando troppo; Se, invece, le foglie crescono, ma sono di dimensione molto piccole, siamo in presenza di una carenza di luce.
Infine, se sulla pianta notate macchie scure e ammassi cotonosi di colore biancastro, vuol dire che è stata attaccata dalla cocciniglia, eventualità, questa, comunque molto rara; in questo caso basta pulire le foglie con un batuffolo di cotone intriso d’ alcool, oppure usare gli antiparassitari specifici.

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8/8 Consigli

  • Attenzione: le spine contengono una sostanza tossica; la loro puntura provoca irritazioni e intorpidimento

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