1/5 – Introduzione
Il trifoglio è una pianta conosciuta in ogni parte del mondo, infatti, ne esistono moltissime specie diverse a seconda del clima e del terreno su cui crescono, e si parla addirittura di alcune specie di trifogli conosciute fin dall’antichità. Fa parte della famiglia delle leguminose, ed è conosciuta nel mondo per la sua stravagante forma lanceolata divisa in tre foglie. Tra le moltissime specie conosciute, quelle più comuni, soprattutto nelle nostre zone, sono quelle rosse e le bianche, che crescono in altezza per circa 15 cm. L’obiettivo di questa guida è quello di spiegarvi come coltivare un prato di trifogli, spiegando quale tipo di terreno utilizzare e come “nutrirlo”.
2/5 Occorrente
- Semi
- terreno
- rastrello
- pala
3/5 – Acquistare i semi
Il primo passaggio fondamentale è, ovviamente, acquistare i semi di trifoglio, che potrete trovare in qualsiasi vivaio o negozio di giardinaggio. Il più appropriato e versatile per l’uso richiesto è il trifoglio bianco che, come è stato precedentemente accennato cresce fino a 15 cm, creando, durante il periodo di fioritura, delle fantastiche escrescenze bianche. Il trifoglio è una pianta molto conosciuta soprattutto perché è molto forte e cresce ovunque, quindi potete piantarla in ogni periodo dell’anno, anche se è comunque preferibile il periodo primaverile, essendo più caldo.
4/5 – Occuparsi del terreno
La pianta predilige un terreno argilloso, o comunque non molto bagnato, quindi mescolate i semi insieme al terriccio. Spargete questa poltiglia sul terreno da coltivare, stando bene attenti a spargere i semi in maniera uniforme, così da non far venire buchi poco estetici. A questo punto ricoprite tutti i semini con uno strato di terriccio che non sia troppo spesso, dato che bloccherebbe la crescita della pianta. Adesso arriva il momento dell’innaffiamento: mi raccomando, siate delicati e utilizzare un getto d’acqua molto leggero, in modo tale che non scombussoli il terreno e faccia fuoriuscire i semini.
5/5 – Conoscere le proprietà del trifoglio
Il trifoglio non richiede una semina molto frequente, se lasciato fiorire: infatti, questa pianta genera automaticamente nuovi semi che andranno a sostituire quelli vecchi. Per quanto riguarda il prato, esso non necessità di molte cure, a base di fertilizzante, perché le radici producono dei batteri capaci di trattenere l’azoto presente nell’aria, che aumenta la produzione delle piantine, evitando quindi la comparsa dei classici animali infestanti. Inoltre, è molto resistente ai periodi di siccità, tuttavia questo comporta una poca e lenta crescita della pianta. La guida termina qui: spero di essere stato il più chiaro possibile ed in bocca al lupo con la semina!