1/6 – Introduzione

La fotografia, al contrario dell’ologramma, ci fornisce solamente riproduzioni bidimensionali della realtà. L’ologramma, al contrario, riesce a rappresentare anche la terza dimensione, infatti l’immagine si muove insieme al supporto creando un effetto molto affascinante. Esso riesce a rappresentare la profondità che le classiche foto spesso non riescono a riprodurre. L’ologramma si diffonde con la nascita del laser, che gli fornisce la luce migliore. Piano piano nelle accademie di belle arti, nei licei ed in casa si iniziò a sperimentare i meccanismi della luce e a creare un’ologramma. In questa breve guida illustrerò come realizzarne uno in pochi e semplici passi, perciò suggerisco di continuare a leggere per scoprire come fare. Buon lavoro.

2/6 Occorrente

  • Puntatore laser dalla lente di focalizzazione svitabile
  • Tavolino stabile abbastanza ampio
  • Un libro
  • Una pellicola olografica
  • Polvere fotochimica secca per il liquido di sviluppo
  • Polvere fotochimica secca per il liquido di decolorazione
  • 1 litro di acqua distillata
  • L’oggetto da olografare

3/6 – Come funziona un ologramma

Spieghiamo il meccanismo dell’ologramma riferendoci ad un fenomeno naturale. Se gettiamo nell’acqua un piccolo sasso noteremo che in superficie si creano una serie di onde concentriche, invece, se ne gettiamo due nello stesso momento le onde generate interferiscono tra loro. Questo è il principio alla base dell’ologramma, difatti se inviamo su una pellicola olografica un fascio laser e contemporaneamente illuminiamo anche l’oggetto, quando questo verrà riflesso su di essa le interferenze tra i due laser genereranno un effetto tridimensionale. Per creare un’ologramma avremo bisogno di un raggio laser uniforme e diffuso, perciò dovremo smontare la lente di focalizzazione del puntatore laser. Inoltre dobbiamo scegliere un piano stabile ed isolato da suolo. In questo modo eviteremo potenziali vibrazioni. Per quanto concerne il supporto, questo deve essere sufficientemente grande da contenere l’oggetto da olografare. Poniamo il diodo laser a circa 30 cm dall’oggetto da rappresentare nell’ologramma. Cerchiamo una soluzione per tenerlo in piedi, ad esempio fissiamolo con una molletta al supporto. La luce del laser deve investire totalmente l’oggetto scelto per creare un’ologramma.

4/6 – Preparare il proiettore olografico

Prima di iniziare spegniamo tutte le luci e assicuriamoci che nessuna luce diretta arrivi al sistema per creare l’ologramma. Abbiamo anche bisogno di uno schermo, simile all’otturatore della macchina fotografica, un libro è più che sufficiente. Questo schermo, abbastanza ampio, impedisce alla luce del laser di raggiungere l’oggetto. Rivolgendoci verso la zona più scura della stanza scelta per creare l’ologramma, preleviamo dal contenitore una pellicola olografica. Posizioniamolo in piedi contro l’oggetto verificando che sia nella giusta posizione e stabile. La fase successiva è molto delicata. Solleviamo con cautela il libro di circa 2 cm dal piano. Facciamo in modo che la pellicola olografica non venga toccata dalla luce del laser. Aspettiamo qualche istante cercando di evitare ogni possibile vibrazioni, altrimenti l’esperimento fallirà, poi solleviamo del tutto il libro. Ora esponiamo la superficie olografica e l’oggetto alla luce del laser per 10 secondi. Terminato il tempo ricollochiamo lo schermo al suo posto impedendo il passaggio della luce del laser.

5/6 – Creare il liquido di sviluppo e di decolorazione

Il nostro ologramma non è ancora pronto, poiché bisogna creare anche il liquido di sviluppo e quello di decolorazione. Per creare questi liquidi possiamo utilizzare dei kit pronti oppure chiedere aiuto ad un fotografo. Dobbiamo procurarci una piccola quantità di polveri fotochimiche secche ed una bottiglia d’acqua distillata. Torniamo a creare il nostro ologramma. Immergiamo la pellicola olografica nella soluzione di sviluppo, agitiamola un po’ per almeno 20 secondi e laviamola in una bacinella d’acqua naturale per 30 secondi. Successivamente immergiamola e agitiamola nel liquido di decolorazione per altri 20 secondi. Infine sciacquiamola di nuovo nell’acqua per 30 secondi. Tiriamola fuori e asciughiamola con un asciugacapelli. Teniamolo ad una distanza di almeno 30 cm dalla pellicola. Appena l’ologramma si asciuga l’immagine sarà visibile. Basterà posizionare un fascio di luce con la medesima angolazione del laser usato per creare l’ologramma. L’immagine tridimensionale dell’ologramma sarà di forte effetto.

6/6 Consigli

  • Per rendere il supporto dell’esperimento più stabile contro le vibrazioni si può mettere un tappetino per il mouse sotto l’oggetto da olografare

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