1/5 – Introduzione
Per deformare la plastica, si sceglie un procedimento a caldo o a freddo. Molto dipende dall’oggetto originale. In certi casi si opera sfruttando in maniera alternata entrambi i modi. La prima avviene quando, la temperatura è arrivata al di sopra della ricristallizzazione. Richiede forze minori e il materiale deve essere duttile e malleabile. Ma procediamo a gradi per capire come selezionare le apparecchiature.
2/5 Occorrente
- Conoscenze sulla deformazione della plastica a caldo e a freddo.
- Semilavorato da modellare.
- Accessori adatti per ottenere il risultato.
- Guanti e occhiali di protezione.
- Tuta idonea.
3/5 – Lavorazione a caldo
Gli oggetti non si devono rompere ma deformare. Non a caso il procedimento sfrutta le capacità elastiche della materia. Lo scopo è cambiare in modo permanente la forma. Tra le più comuni lavorazioni a caldo, c’è: la laminazione, l’estrusione e lo stampaggio. La prima può avvenire anche a freddo. Se scegliamo l’alta temperatura, ci serviamo della malleabilità contenuta in un semilavorato. Due cilindri ruotano in senso opposto e riducono in lamine il metallo.
4/5 – Lo stampo siderurgico
Nel primo caso, lo stampo siderurgico da modellare, passa attraverso una matrice. Con uno sforzo di compressione, si ha la forma decisa, all’inizio dell’esecuzione. Con lo stampaggio, la deformazione avviene con l’ausilio di due stampi. Per avere un buon margine di duttilità, un professionista sceglie di lavorare la plastica a freddo. Lo scopo è, migliorare le proprietà di un elemento metallico.
5/5 – Il grado di deformazione
All’inizio si valuta e bilancia, il grado di deformazione. Si fissano degli stadi intermedi; prima di arrivare alla fine del processo. Solo cosi’ otteniamo un risultato uniforme e duttile nei punti giusti. Questo tipo di lavoro, rispetto a quello a caldo, richiede impegno e attenzione. Nei casi peggiori si ha un aumento del carico di snervamento e la diminuzione della qualità descritta poco fa. Le tecniche più conosciute, sono: la rifinitura e la piegatura per ricavare determinate forme. Per i lavori artigianali s’impiega quella a incudine e martello. Nel settore industriale si usa una macchina con alimentazione a scorrimento. Il “maglio” è l’attrezzo industriale impiegato per la fucinatura e la forgiatura a caldo. Ha un sostegno metallico che mantiene l’urto della matrice aperta o chiusa, dipende dalle caratteristiche dello strumento. Inoltre dispone di una mazza battente che può pesare pochi chili o qualche tonnellata. Fanno parte dell’insieme anche, il telaio che può avere un unico montante, oppure due. Senza gli strumenti per manovrare e regolare la macchina, non si ottiene lo stampaggio. È usato da operai specializzati che operano all’interno di un’azienda muniti di Corso sulla Sicurezza e altri tipi di certificazioni.