1/9 – Introduzione
Pino, araucaria, larice, sequoia e cipresso sono solo alcuni dei più rinomati esponenti della famiglia delle conifere. Alcuni di questi alberi hanno carattere rustico ed ingentiliscono i declivi naturali di colline e montagne; altri esemplari, invece, concorrono a definire l’assetto urbanistico delle nostre città. Cedri del Libano, pecci od abete rossi sono usati comunemente in buona parte dei giardini e dei parchi comunali, mentre all’interno delle nostre abitazioni trovano spazio folte siepi di tuia, cupressus e juniperus. Per garantire una crescita rigogliosa alle piante è bene sapere come e quando potare i nostri esemplari.
2/9 Occorrente
- Cesoie o tronchesi da giardinaggio, seghetto, scala (eventuale), prodotto cicatrizzante.
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Tutte le conifere hanno crescita apicale e presentano fogliame sempreverde. Se poste a dimora in un luogo idoneo e fatte acclimatare per un periodo di tempo congruo, questi alberi od arbusti sono in grado di tollerare i rigori dell’inverno ed il sole torrido estivo senza patire eccessivi danni al fusto ed alla chioma. Nonostante la loro natura di specie rustiche, tuttavia, un intervento di potatura è indispensabile laddove si verifichino particolari condizioni come la presenza di parti malate o la sussistenza di rami rotti. In alternativa a questi casi, è sempre possibile operare uno sfrondamento per mere motivazioni estetiche.
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Se un albero di conifera presenta rami deboli e spezzati, questi devono essere necessariamente rimossi: un forte vento, delle piogge abbondanti e delle precipitazioni nevose possono infatti determinare la caduta accidentale dei rami già instabili. Anche i tralci malati e le zone di verde soggette a malattia devono essere epurate dalla pianta madre, così da ridurre il rischio di infezione o trasmissione della malattia.
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Purtroppo, molte conifere hanno un’altezza tale da rendere impensabile un intervento privato: se il ramo si trova a diversi metri di altezza da terra e non è raggiungibile con una scala o una tronchese estensibile, l’unica soluzione paventabile consiste nel contattare una ditta di giardinaggio professionale che si accorderà con noi per il successivo intervento. Nel caso invece in cui ci sia un serio rischio per l’incolumità di persone e strutture, è possibile richiedere un provvedimento d’urgenza rivolgendosi alla protezione civile o segnalando la presenza di rami pericolosi presso l’ufficio comunale competente.
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Rami posti a media distanza da terra (circa 2-3 metri) possono invece essere rimossi con l’ausilio di una semplice scala ed un seghetto da legno. Chiediamo ad un amico od a un familiare di assisterci durante l’operazione, così da avere a disposizione una persona che possa aiutarci in qualsiasi momento. Appoggiamo il basamento della scala in prossimità del tronco dell’albero e sinceriamoci della sua stabilità: se il terreno presenta buche ed avvallamenti spianiamoli per offrire una superficie regolare di appoggio all’utensile. Infine, saliamo sulla scala e collochiamoci all’altezza necessaria.
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Eliminiamo il ramo malato tagliando il tralcio col seghetto e facciamo molta attenzione a lasciare la ferita “pulita” e con una superficie netta. Per nessun motivo, strappiamo i rami a mano o riduciamo a brandelli la corteccia circostante: questo elemento ligneo costituisce infatti una delle fonti primarie di difesa dell’albero contro le aggressioni esterne ed ha la stessa funzione dell’epidermide umana. Molto probabilmente, non appena poteremo una zona vitale dell’albero, questo inizierà a secernere resina.
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L’attività di sfrondamento può essere compiuta sia sulle specie dall’andamento a siepe, sia sui grandi alberi che dominano i giardini. In entrambi i casi, possiamo rimuovere i getti laterali di intralcio o decisamente troppo lunghi operando un taglio rispettoso per la pianta. Ciò significa che il ramo non deve essere eliminato del tutto: il taglio deve essere praticato a due terzi/metà della lunghezza complessiva del tralcio, in modo tale che sul fusto figuri un germoglio proporzionato e vitale, ancora ricco di foglie verdi, da cui riprende in seguito l’accrescimento della pianta.
9/9 Consigli
- Nettiamo sempre tronchesi, cesoie e seghetto tra un intervento di potatura e l’altro così da ridurre il rischio di trasmettere malattie ed infezioni tra due esemplari diversi.