1/5 – Introduzione

Il carbone attivo è un materiale molto importante poiché può essere usato per tantissimi fini. Agisce rivestendo le mucose dell’apparato digerente, legandosi alle sostanze che lo potrebbero danneggiare, impedendo che aggrediscano i tessuti. Principalmente viene usato in caso di avvelenamento. Proprio per il suo potere adsorbente viene utilizzato all’interno degli acquari per depurare l’acqua da composti dannosi alla salute dei pesci. Per esempio se ne consiglia l’utilizzo quando il contenuto assume un colore giallastro dovuto proprio all’azione dei composti inquinanti o dopo trattamenti medicinali particolari. Vediamo quindi insieme come fare questo materiale.

2/5 Occorrente

  • Cacl2
  • noci di cocco

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Procuratevi innanzitutto l’occorrente indicato. Indossate guanti e occhiali protettivi, una mascherina e una bella tuta per proteggere la pelle. Non sottovalutate questi consigli, poiché state usando sostanze potenzialmente pericolose; se non avete le protezioni giuste compratele o evitate di tentare l’esperimento finché non ve le sarete procurate. Quindi mettetevi a lavoro e prendete delle noci di cocco pulite dalla polpa e da residue fibre. Tenetele un paio di giorni ad asciugare completamente. Dopo aver fatto ciò bruciatele a circa trecento gradi per almeno quattro ore e fate in modo di poter raccogliere i risultati della combustione.

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Prendete un secchio pulito e mettete le ceneri delle noci di cocco immerse in una soluzione di CaCl2 (cloruro di calcio) con una soluzione del 25%. Bisogna lasciarle in ammollo in questa soluzione per un giorno intero affinché si trasformi in carbone attivo. Infine dovete, con cautela, rimuoverlo dal secchio e lavare molto bene con l’acqua distillata. A questo punto posizionatelo su una superficie drenante (una griglia magari) e lasciatelo circa un paio di ore, finché avrà scolato bene.

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Infine mettetelo in un forno a cento gradi e fate cuocere per tre ore. Non vi resta altro che pestarlo con un martello per frantumarlo e renderlo più fine possibile. Il vostro lavoro è finito e il materiale pronto all’uso. Conservate all’interno di un contenitore ermetico per trattenere tutti i suoi valori. Inserito fra i pesci, dev’essere cambiato nel giro di dieci o quindici giorni e usato nei periodi di massima necessità, quindi non in modo continuativo, perché tende ad adsorbire anche elementi utili all’acqua. Fatevi consigliare da chi generalmente vi vende i pesci o vi ha venduto il loro contenitore: saprà certamente darvi delle dritte in più sul suo utilizzo. Buon lavoro!

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